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A mio avviso il miglior film del 2012, incredibilmente sottovalutato. Anna Karenina è un romanzo molto complesso, sia per le tematiche che tratta, sia per il lungo sviluppo della trama, sia per la coesistenza di due protagonisti e di due plot paralleli. Non era facile rendere tutto ciò sullo schermo, e non dico che sia possibile riuscirvi interamente. Né era facile rappresentare Anna Karenina in un modo nuovo, distinto dai precedenti prodotti cinematografici e quindi appetibile per il pubblico. Wright e Stoppard sono riusciti nell'impresa, dando il giusto risalto al teatro dell'haute société pietroburghese, nonché alle opposte vicende di Anna-Vronsky e Kitty-Levin. Si è persino trovato il modo di inserire, splendidamente, la morte di Nikolaj, una delle tre morti di Tolstoj. Non vi sono punti lenti nella sceneggiatura e l'ambientazione è fantastica, anche quando si esce dai salotti-teatri della nobiltà. Unica nota negativa: A. Johnson.
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Wright è regista di talento e lo vuole fare vedere, perfino troppo. Convincendo assai nella prima oretta scarsa, stancando sempre più man mano che la proiezione procede, trascinandosi stancamente verso un finale prevedibile e sempre più atteso. Virtuoso ma freddo, non riesce ad appassionare più di tanto. La Knightley è discreta finché deve fare la parte della donna felice e innamorata, imbarazzante quando prova a scimmiottare dolore e sofferenza. Impeccabili costumi e scenografie.
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