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un gran piacere come al solito vedere la Huppert, che recita con la pelle, con le mani, con la schiena e con i polpacci persino, e la spiaggia grigia chiusa in una conca di montagne grige fa da perfetta cornice agli sprazzi di colore delle piccole storie e dei piccoli gesti surreali che si ripetono e si incrociano come variazioni sul tema alla Queneau. purtroppo il tema stesso, quello dei rapporti tra uomini e donne e in particolare di un certo stereotipo di uomo coreano, a noi occidentali non arriva benissimo, e si percepisce chiaramente che qualcosa รจ "lost in translation". bellissimo il regalo del monaco.
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