|
Non punta sulla recitazione il bravo Winspeare e non ne ha bisogno: il suo è un neorealismo autentico, a tratti intimo. Non necessita di grandi attori ma di personaggi veri che sembrino presi dalla strada. La storia è una delle tante di questi tempi di crisi economica; narra del fallimento di una piccola impresa del Sud cui subentrano prima le finanziarie e poi Equitalia.Storia decisamente pensata e scritta al femminile, con uomini in secondo piano. Vicenda di donne che si rimboccano le maniche per sopravvivere riscoprendo la terra. E nella fatica di vivere trovano un equilibrio in precedenza assente e la solidarietà reciproca in sintonia con la vita dei campi. Nell'assolata terra rossa della campagna estiva, fra ulivi rigogliosi e muretti a secco con vista sul mare è il Salento a esplodere in tutta la sua magnificenza peraltro evocata anche lessicalmente ( nell'uso esclusivo del dialetto stretto sottotitolato). Questo si che è cinema italiano di cui non vergognarsi...
|
|