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Film intellettuale e pretenzioso, pregno di simboli di ardua, a tratti impossibile, comprensione.Penetrazione nell'Inferno dantesco dove il dolore personale per la perdita della donna amata si estende a quello per le vittime dei cataclismi naturali e delle catastrofi collettive verificatisi nello stesso periodo in Polonia. A parte alcune sequenze davvero molto ben realizzate dal punto di vista scenografico e spettacolare come quella dei buoi al supermercato e della cascata nella chiesa è presente un autocompiacimento esibizionistico che disturba non poco e si estrinseca in lunghissime declamazioni di versi danteschi e nella citazione di interi capoversi di opere di grandi filosofi, da Seneca a Heidegger.Con l'ostentata presunzione di chi vuole rivolgersi a pochi eletti il regista procede per visioni apocalittiche in un itinerario esistenziale che termina in Paradiso, dove si ricongiunge con l'amata (Beatrice).La scena dell'uovo è mutuata da Jodorowsky. Non per tutti.
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