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Sulla storia e la sceneggiatura di questo film di Avati non c'è molto da dire; molto belle entrambe. Il figlio che ricostruisce un rapporto inesistente con il padre morto perdendo lucidità e piombando nella follia commuove e colpisce. Quello che non convince è la regia, la messa in scena: a volte si ha l'impressione di trovarsi di fronte a un thriller psicologico girato nella roma dei b-movie, ti aspetti che un assassino con il coltello scintillante coperto da un lungo impermeabile appaia in scena e scombini le carte in tavola, poi le scene sembrano troncate, tagliate...non so realmente se siano scelte oculate ma mi sembra che per questo il film dia l'impressione di essere un po' raffazzonato.
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