E vogliamo parlare della (non) interpretazione della Ferrari?

Ogni giuria ha i suoi criteri, de gustibus etc etc ma questi vincitori rischiano di affossare definitivamente il Festival di Roma, che di problemi ne ha già di suo. Lo "scandalo" (leggi: un po' di sesso senza censure) non è automaticamente "arte" e "film indipendente" non è sinonimo di "qualità da difendere". Detto questo, vedeteveli Marfa Girl ma sopratutto "E la chiamano estate" e poi rivediamoci qui per discutere ...

Lavorare con le immagini non è la stessa cosa che lavorare con le parole, e questo impressionante autogol di Lucarelli ne è la prova sovrana. A metà tra uno sceneggiato del Lunedì sera su RaiUno e il B-Movie fiacchetto, con interpretazioni imbarazzanti anche per gli standard di questi due. Mezzo voto in meno per la presunzione di diventare regista di colpo in bianco, senza nessun tipo di gavetta (e se mi smentiscono la faccenda si aggrava) solo perché si sa fare un altro mestiere e si è discretamente noti.

Il documentario è assolutamente gradevole e fa sempre piacere vedere (e sentire) Verdone, però per fare un film credo serva qualcosa in più. Tipo, la volontà di andare un po' più a fondo, oppure il desiderio di mostrare anche cose note ma con uno sguardo diverso. Qui non si aggiunge né si toglie niente a tutto ciò che di Verdone già si sa e, nonostante la simpatia per il soggetto, per me è troppo poco.

Ok, Virzì ci rifà con i suoi soliti cliché (intellettuali intellettualissimi e borgatari cafonissimi tra tutti, ma anche la pretesa di star raccontando qualcosa in più di quello che veramente fa), però questo film ha ritmo e trascina dalla prima all'ultima scena. Nonostante la trama esile, non c'è mai un attimo di cedimento: ce ne fossero di più, di film italiani così.

Il genere di 007 è sempre stato a metà tra film d'azione e film d'avventura. Botti, esplosioni e scazzottate non possono mancare, altrimenti semplicemente sarebbe un altro genere di film. Skyfall è intrattenimento di alto livello, un genere questo che spesso non si sposa con il film d'azione. I 140 minuti non si sentono affatto, Craig e Mendes sono perfetti nella loro missione di rinnovare una saga che sembrava datatissima solo pochi anni fa.

Un notevole esordio, tuttavia non privo di difetti. In alcuni punti ci si perde per rimarcare simbolismi o immagini, cosa non necessaria perché l'aspetto visivo è già così denso e affascinante che davvero basta da sè. Qualche compiacimento, insomma, e un Servillo sempre in bilico tra insopportabile e sublime che zavorranno un po' la pellicola, ma resta un film da vedere e con alcuni momenti che fanno sperare benissimo per l'opera seconda.

Chiariamoci: "Fascisti su Marte" NON è un film ma un anarchico e geniale cabaret verbale. Come film ha un milione di difetti e non arriverebbe probabilmente alla sufficienza. Ma l'esuberanza dei testi di Guzzanti è splendida e, se certe frasi restano nella memoria anche dopo anni dalla visione, evidentemente qualche verità la dicono sul serio ...

Sono andata a vedere "Reality" dopo averne tanto sentito parlare e ugualmente ne sono rimasta spiazzata. Credo che la sensazione di incompiutezza che lascia il film sia assolutamente voluta, perché in effetti si tratta di una riflessione aperta sulla società e le illusioni, che non sono solo quelle televisive ... La regia è calibratissima, un film simile credo sarebbe "sfuggito di mano" con facilità alla maggior parte dei registi, italiani e non. Sicuramente da vedere e, forse, anche da rivedere a distanza di qualche tempo.

Anch'io l'ho sentito dire! Pare sia un restauro della Cineteca di Bologna e i 26 minuti inediti erano stati presentati a Cannes 2012. Con il reinserimento dei minuti esattamente lì dove erano stati tagliati, il film arriva a 4 ore e 20 minuti ... Triplo caffè per tutti ma grandissimo capolavoro!