credo che questo sia uno dei pochi film americani del genere a porsi seriamente alcune problematiche sociali. non intendo certo quello delle armi, che sarebbe fin troppo scontato, ma, per come ho interpretato io il film, quello del Mercato Economico. Più volte infatti si allude, all'interno del film, allo strapotere del mercato, anche se, a rigor di logica, il film ha per oggetto la violenza e le armi. Questo mi spinge a leggerci un'allegoria, forse solo accennata, dell'America come luogo della legge della giungla, a livello economico, dove tutto è permesso, a chi può permetterselo, mentre lo Stato ufficialmente non parteggia, ma segretamente aiuta le elitès dominanti. Davanti all'evidente impossibilità del pacifismo in questa situazione, chi si oppone al sistema non ha altra strada se non quella di ricorrere alla violenza. In definitiva lo ritengo un ottimo film nel suo genere e per la sua stessa provenienza americana, di cui conosciamo la reticenza a criticare i propri ideali.

ho una sola cosa da dire: piatto e scontato come una sogliola. Lascia aperta la possibilità di migliorare nei prossimi due film (per fortuna)

annacquato ma a a tratti brillante. Allegoria dell'opposizione storica italiana della nostra contemporaneità il film porta allo scoperto la grigezza dei politici nostrani e tenta di ridargli colore attraverso la "lucida follia", se ne potrebbero trarre varie conclusioni alla luce di queste ultime elezioni 2013 ma il senso del finale del film vuole proprio lasciare con la domanda:è proprio necessario dare a un folle la guida dell'Italiam pur dimostrandosi più vicino alla realtà col la sua mania, oppure la politica può riprendere il suo posto lasciato troppo a lungo a impolverarsi?

ho trovato il film molto originale: sulla scia del film horror che parla di horror in modo horrorifico, tracciata già dal grandissimo Wes con "Scream", "Quella Casa nel Bosco" è una pellicola piacevole per gli amanti del cine horror e per gli amanti del trash, quindi non bisogna aspettarsi altissima tensione o reale interesse a spaventare quanto piuttosto ad essere stupiti (se non si è amanti del genere) oppure a indovinare tutto il film con il gusto di poter dire a se stessi, da grandi esperti, "lo dicevo che andava cosi!"

C'è un punto fondamentale che qui tutti tendono a sottovalutare...a me cosa importa di Margaret Tatcher nella sua vita privata? Me ne può importare come di qualunque altra donna sul pianeta, quindi perchè fare un film sulla vita privata di un personaggio pubblico e non di un privato cittadino, o tutt'al più di un personaggio pubblico ma fittizio? Il fatto stesso che il titolo non rechi il nome proprio del personaggio ma se vogliamo il suo "nome pubblico" indica che la regista è caduta nel paradosso concettuale. Un personaggio o è pubblico o è privato, se è pubblico allora non è più privato. A parte questo ottima la Streep (come sempre del resto) ma tutto troppo laccato e manieristico, oltre che strutturalmente confuso.

@brata: no, solo alcuni sono stati recentemente rimossi dai ,loro incarichi e condannati per una pena che sconteranno tranquillamente ai domiciliari, solo nella fantasia i "cattivi" perdono sempre....

uno dei lavori più riusciti di Carpenter di cui a mio avviso è il migliore "il seme della follia". il grande regista ricava da un'idea di fondo interessante ma nemmeno troppo originale un film che sta ai prodromi del suo lavoro successivo (cioè il seme della follia) giocando sullo straordinario che si insinua piano piano nella quotidianità sullo stile di lovecraft, vero padrino della "trilogia della fine" di Carpenter. Il film dunque a mio giudizio risulta ottimo per atmosfere e intuizioni ma un po' più carente per script, non un capolavoro ma comunque ben più che godibile. Per gli appassionati da vedere e rivedere....!

film penoso, non solo i dialoghi sono inesistenti, ma la stessa trattazione del miracolo è trattata in modo freddo, quasi che i personaggi recitassero per un altro film. è inaudito che la protagonista non cambi espressione o tono di voce per tutto il film anche alla presenza del miracolo che ha vissuto (vero o falso che fosse alla fine).