Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

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Clavius
Medaglia d'argento
Età
50
Sesso
Città
Reggio Emilia




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Tutti i Commenti e i Voti di
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Film: L'altro volto della speranza 9 Giugno ore 01:00
1
voto al film:   6,5

L'altro volto della speranza è quello che si nasconde dietro la facciata della civilissima Finlandia, incapace di riconoscere lo status di rifugiato ad uno che fugge da Aleppo per via di qualche cavillo burocratico, trasformandosi ben presto in una prigione (con non pochi risvolti comicamente grotteschi). Al contempo la speranza trova un volto inatteso proprio nell'universo dei migranti, l'unico capace di conservare umanità ed in grado di sovvertire l'ordine (più formale che morale) della fredda Finlandia. Come sempre il cinema di Kaurismaki si spinge in territori espressivi molto personali per offrirci un taglio non banale su un tema abusato, senza lesinare frecciate velenose proprio al suo paese. La sua Finlandia è dimessa, quasi triste (come del resto il pezzo di mondo che intende rappresentare) e della quale il protagonista arriva a dire: "La Finlandia è un paese bellissimo, me ne sono innamorato subito. Ma se trovi il modo di andartene fammelo sapere". Spietato.
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Film: La La Land 5 Aprile ore 08:32
2
voto al film:   6

Impianto narrativo piuttosto debole che ruota attorno alle dinamiche di una storia d'amore che poteva essere ma non è stata. Sorprende che nel 2017 non si riesca minimamente a produrre un musical capace di rispettare l'estetica del nostro tempo (se esiste), ma si debba attingere a piene mani a quella degli anni 50, financo negli arrangiamenti musicali. In questo senso il film è davvero demodè, difficile pensare che possa interessare un pubblico di giovani. Da sottolineare in compenso la delicatezza (la definirei l'educazione) d'altri tempi con la quale viene rappresentato l'amore. Nessuna scena di sesso, nessuna volgarità.
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Film: Jackie 6 Marzo ore 13:57
1
voto al film:   7

Sembra un film di fantasmi. Un film dominato dalla staticità, si rivela un biopic originale che si limita a raccontare la storia di Jacqueline Kennedy nei giorni successivi all'attentato occorso al presidente americano. La controversa protagonista fluttua tra il sincero dolore ed i desideri di un ego ipertrofica. Qua e là qualche flashback e molti impeccabili inserti utilizzando le immagini originali che immortalarono la coppia presidenziale. Notevole il gusto della ricostruzione, brava la Portman (anche se costretta ad una prova rigida), bravissimi gli attori di contorno, splendido il commento musicale che acuisce (se ce n'era bisogno) il senso di smarrimento e di inquietudine. Se ne ricava una morale amara da un film tanto pessimista, intriso di nostalgia e che riserva alle parole del prete ed ai riferimenti alla Camelot fiabesca la chiusa, rievocando quei brevi momenti di fulgore che rischiarano le esistenze di tutti prima di essere inghiottiti nuovamente dall'imperscutabile.
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Film: Paterson 1 Marzo ore 00:41
voto al film:   7

Il quotidiano di un uomo qualunque. Routine, frammenti di discorsi carpiti su un autobus o per strada, incontri mesti al pub, il cane portato a passeggio, l'abitudine nella relazione di coppia. Ma tra le pieghe dell'ordinario fa capolino la poesia. Si tratta di un film delicato, poetico e pervaso da un messaggio positivo capace di squarciare il grigiore dei giorni che somigliano ai giorni per spingerci verso la bellezza.
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Film: Manchester by the Sea 20 Febbraio ore 13:44
3
voto al film:   5

Quello che rimprovero a questo film non è tanto il ricatto morale visto il tema (anzi il dolore è trattato con estrema sobrietà quasi con distacco), ma la fattura monocorde per oltre due ore. L'assenza di colpi d'ala insieme agli innumerevoli dialoghi fuori fuoco o alla commistione di registri stonati rendono il film indigesto. Non sono sufficienti le prove attoriali dignitose a risollevare le sorti di una pellicola che porta con sé il tedio. Vorrebbe fare il verso a certo cinema britannico alla Mike Leigh, ma resta molto lontano per profondità (soprattutto per ciò che riguarda tutti i personaggi di contorno), per stile, per genuinità. Nemmeno l'adagio di Albinoni, usato furbescamente in una delle sequenze che volevano essere ad alto tasso drammatico, riesce a far sussultare il cuore. Ed è tutto dire. Sopravvalutato.
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Film: Silence 23 Gennaio ore 00:19
3 1
voto al film:   8

Molti e complessi i temi teologici affrontati. Nelle pieghe della vicenda del gesuita e della fede rinnegata durante le terribili persecuzioni nel Giappone del '600, ci si interroga senza sosta sul senso della Fede. Tutto attorno c'è una natura ostile meravigliosamente fotografata ed una popolazione aliena che amplifica il senso di solitudine estrema di questo viaggio che è tutto interiore. Qua e là si sente odore di eresia, ma chi può davvero dirsi sicuro di fronte al mistero? Al silenzio di Dio, a cui si fa riferimento più volte nel film, si accompagna il silenzio del vero uomo di fede, capace di credere anche privato dei simboli della sua fede, capace di testimoniare la sua esistenza anche smettendo di nominarlo, anche abiurandolo per testimoniarne la misericordia, sfuggendo al martirio inteso come atto superbo. E' il film di un maestro lacerato dai dubbi che rimette umilmente nelle mani di Dio il destino dell'uomo. "...chi sei mai tu uomo, che ti metti in contraddittorio con Dio?"
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Film: Arrival 22 Gennaio ore 23:21
3 1
voto al film:   5,5

Sforzo produttivo importante per la prima volta fantascientifica di questo interessante autore canadese. Fantascienza e tema della perdita è un binomio spesso utilizzato. Usare il genere per interrogarsi su temi esistenziali è naturale se si vuole realizzare un'opera matura, adulta. In questa pellicola ci sono echi che provengono da "Contact" come dalla fantascienza di Tarkovskij ("Solaris" e "Stalker"), ma si piazza qualche gradino sotto. Da un lato vorrebbe omaggiare i classici del genere, dall'altro, per adeguarsi ai tempi, non si esime da scivoloni di sceneggiatura o da sequenze che vedono impegnati eserciti e tg mondiali come siamo ahimè abituati dai tempi di "Armageddon". Perciò "Arrival" è un film che nonostante gli sforzi non spicca per originalità e soprattutto rappresenta, a mio avviso, un passo indietro nella produzione di questo autore.
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Film: La ragazza del treno 18 Gennaio ore 15:21
1
voto al film:   4

Tra scarti di montaggio ed insopportabili rallenti si assiste impotenti ed annoiati ai confusi ricordi della mente alterata della protagonista. Un thriller che diventa via via una autentica agonia per lo spettatore. Il fatto che sia interpretato da alcuni dei volti più noti delle commedie tv, rende l'operazione a tratti grottesca, quasi ridicola. Non c'è alcun pathos, solo sofferenza fisica per chi guarda.
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Film: Lion - La strada verso casa 27 Dicembre ore 23:47
1 1
voto al film:   6

Notevole sforzo produttivo per mettere in scena questo dramma contemporaneo diviso tra India e Australia. Tra le vite marginali del subcontinente indiano ci si imbatte in quella anomala del protagonista che si perde accidentalmente, finisce adottato per poi tornare alle origini. Un'odissea moderna costruita per la lacrima facile potenziata dalla presunta veridicità della storia narrata. La parte migliore resta quella che rappresenta lo sguardo sulla miseria dell'India degli anni 80 (per altro non molto differente dall'attuale) anche se sapientemente ricostruita per il pubblico nostrano e natalizio al quale il palato cinematografico un po' difetta. Cinepolpettone.
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Film: E' solo la fine del mondo 18 Dicembre ore 21:26
1 2
voto al film:   5

Lontanissimo da tutte le prove precedenti. E' un melodramma senza lacrime, senza sentimenti. Completamente soffocato dalla dimensione teatrale, l'uso esclusivo di primi piani e dei dettagli stretti si rivela come uno sterile esercizio di stile, dove qua e là la classe cristallina del suo autore si manifesta. Troppo poco. Perché infliggere allo spettatore tanto patimento? I dialoghi urlati che non portano a niente, oltre ad annoiare terribilmente, disorientano. Il tema dell'irrisolto rapporto con la madre tiene banco anche qui, ma è palese che in questa pellicola ahimè manchi del tutto quella spontaneità e quella freschezza che avevano fatto gridare al miracolo nelle opere precedenti. Sarà per le aspettative deluse, ma il mio giudizio complessivo è negativo. Buona la prossima si spera.
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Film: Sully 7 Dicembre ore 14:45
2
voto al film:   7

Sully è l'uomo che fa il suo dovere. Sully riesce bene in ciò che fa perché ha passione, si impegna, è intellettualmente e materialmente onesto. Sully affronta le difficoltà con coraggio, non si abbatte, rischia, non si da per vinto. Sully è pieno di umanità, conosce il peso delle responsabilità, non si sottrae al suo compito. Sully non si lascia bruciare dai riflettori, a lui non interessa la notorietà. E' silenzioso. E' un eroe senza macchia come solo il cinema è capace di restituirci. E se a farlo è il cinema di Eastwood ecco che la magia è compiuta. In soggetti come questi Clint sguazza senza cadere nella retorica o nelle lacrime facili. Il suo è un mondo di duri, di uomini tutti di un pezzo. E' un universo di giusti con un anima che con il loro granitico incedere fanno impallidire i supereroi da baraccone.
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Film: Captain Fantastic 29 Novembre ore 23:49
5
voto al film:   5,5

Difficile dover giudicare un film che possiede diversi elementi tecnici di pregio (attori, scelte musicali, qualità fotografica) ma che alla fine risulta ruffiano nel suo assunto portante. Che il mondo contemporaneo ci costringa ad esistenze per lo più artificiali dominate culturalmente dal mondo consumistico e dal capitale è per lo più vero. Che l'alternativa (falsa) sia praticare la caccia e la pesca come i nostri antenati di milioni di anni fa o il parassitismo sociale e nel contempo dedicarci ad erudite letture, che spaziano dalle scienze moderne al teatro vittoriano, dalle teorie degli antropologi più in voga fino ai classici della letteratura russa fa un po' sorridere. Questa rivisitazione dell'universo bucolico delle pubblicità del mulino bianco 2.0 infastidisce. In fin dei conti Noam Chomsky non è mai vissuto in una capanna. E mai ci vivrebbe. L'anti sistema per scelta ideologica non è affatto distinguibile dal più esaltato degli integralisti religiosi che vorrebbe oscurare.
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Film: Animali notturni 23 Novembre ore 00:48
2
voto al film:   7,5

Melodramma algido e nel contempo infuocato. Film nel film e personaggi nei personaggi. Raffinatissimo nella messa in scena e con attori in stato di grazia, ricostruisce una storia d'amore naufragata a causa di debolezze che si rivelano crudeli e di sicurezze che svaniscono sotto le apparenze. La protagonista fa i conti col proprio passato attraverso la violenta trasposizione letteraria che ne fa il suo ex marito. Nella riuscita commistione di generi sta la forza della pellicola, saldamente diretta da Ford che non si lascia irretire dal mero gusto fotografico, ma conduce lo spettatore ad un finale senza ritorno, emblematica chiusura che sancisce la disfatta di un'esistenza senza appello.
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Film: American Pastoral 2 Novembre ore 23:43
1 1
voto al film:   5,5

L'acclamato romanzo non mi aveva entusiasmato già ai tempi. Questa trasposizione alquanto convenzionale è priva di una regia illuminata e si limita a seguire gli eventi narrati da Roth, mantenendo una distanza di sicurezza. Il materiale potrebbe essere incandescente, ma esattamente come nel testo di partenza si respira una ripetitiva riproposizione dei caratteri. Tutti sono uguali a se stessi, dall'inizio alla fine. Ma se almeno va riconosciuta una indubbia capacità di narrazione a Roth, lo stesso non può dirsi di McGregor e della sua grammatica cinematografica alquanto banale.
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Film: Escobar 20 Ottobre ore 00:00
voto al film:   6

Il titolo fuorviante farebbe pensare ad un biopic sul celebre narcotrafficante. In realtà la storia raccontata è collaterale alle vicende note e vede protagonista un giovane canadese invischiato suo malgrado nel mondo di Pablo. L'idea di raccontare l'universo violento della Colombia anni 80-90 è un pretesto per soffermarsi sull'incubo vissuto dal giovane protagonista innamoratosi della nipote del criminale e finito con l'essere stritolato dalle logiche criminali. Ma la storia sentimentale è narrata senza alcun trasporto e il volto del giovane protagonista è troppo pulito e inadatto per rendere verosimile il tutto. Meglio le sequenze d'azione e di tensione anche se per lo più inverosimili. Del Toro ha poco spazio per delineare al meglio un personaggio ambiguo capace di essere nel contempo crudele e amorevole. Il suo risulta un cattivo come tanti altri visti al cinema. Trattandosi di opera prima è inevitabile essere clementi, ma nel complesso la buona idea viene sviluppata così così.
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Film: Un padre, una figlia 2 Settembre ore 01:18
3
voto al film:   7

Serpeggianti dilemmi morali disturbano la quiete di Romeo, medico rappresentante della media borghesia romena. Vorrebbe essere padre modello ma finisce col trovarsi suo malgrado al centro di un turbine di scelte che confliggono palesemente con la sua visione ideale. Intorno c'è lo sfondo costituito da una Romania corrotta, grigia e depressa. In mezza la spinta a fuggire, la speranza che le nuove generazioni possano realizzarsi lontano dalle atmosfere mefitiche di una Romania alle prese con una questione morale diffusa e metastatica. Ma anche la fuga non salva più. Ritratto spietato di una nazione che è nel contempo una riflessione amara sulle debolezze umane. Ogni personaggio (nessuno escluso) sembra muoversi sulla scena per necessità individuali, derivato, anche nel piccolo, di un qualsivoglia faro morale. La narrazione asciutta e con molti snodi nella trama ben scritta sembra giungere ad un punto morto, ad una fotografia senza sviluppo, ad un'etica paludosa senza scampo.
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Film: The Witch 19 Agosto ore 00:04
1
voto al film:   6,5

Un film perturbante. Un horror anomalo e molto ambizioso, ambientato nel '600, sulla Costa orientale degli Stati Uniti. Vi confluiscono molti elementi che vanno dalle fiabe nere ai riferimenti religiosi, da documenti storici alla ricostruzione fedele della vita di una famiglia puritana dell'epoca. Ma è soprattutto la stratificazione simbolica a farla da padrona nel rappresentare il Male in azione capace di demolire le certezze che uniscono il nucleo famigliare facendo leva su menzogne, inganni, invidie. E' una lenta ed inesorabile discesa agli inferi quella che viene rappresentata. Meravigliosa la fotografia con luci naturali, dai colori smorzati che contribuisce alla suggestione di questa opera prima che merita l'attenzione che gli è estata riservata oltreoceano.
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Film: Lights Out 10 Agosto ore 10:31
1
voto al film:   4

Le crisi di astinenza cinematografiche si palesano soprattutto in agosto. Può capitare dunque di infilarsi in sala quasi per sbaglio e ritrovarsi servito pellicole come questa. Difficile da commentare un film che regge la suspance esclusivamente sugli effetti sonori improvvisi e le mani che escono dagli anfratti bui. Non un personaggio oltre la bidimensionalità, non un dialogo intelligente, non un attore capace. E' un film inservibile, coacervo di scene già viste, scritto coi piedi, senza alcuno spessore. E' francamente inutile tentare di fornire letture più sofisticate, simboliche o stratificate ad un film che volutamente ha come unica intenzione quella di volare rasoterra.
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Film: La pazza gioia 2 Giugno ore 23:27
3
voto al film:   6,5

A Virzì piacciono gli anomali. Figlio non spurio della commedia all'italiana, è capace di far ridere senza mai limitarsi a quello. Qui costruisce una storia di sofferenza abilmente travestita per tre quarti da un delizioso senso comico (sorretto in questo dalla straordinaria interpretazione della Bruni Tedeschi). Se però le parti brillanti sono di grande efficacia, non si può dire lo stesso delle virate verso il drammatico dove la scrittura si fa più rigida, affidata alla Ramazzotti (più bella che brava) che non riesce del tutto nel ruolo (complice in questo una sceneggiatura che si fa via via piagnucolosa e imprecisa). E' proprio il doppio registro che stona e rende questo "Thelma e Louise" benzodiazepinico meno efficace di quanto avrebbe potuto essere. Queste sbavature restano comunque dei particolari che non riducono la qualità complessiva del film, che si attesta come un buon prodotto con qualche velleità.
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Film: Land of Mine - Sotto la sab... 25 Aprile ore 23:28
4
voto al film:   7

Attraverso un linguaggio cinematografico tradizionale, si racconta una pagina misconosciuta avvenuta subito dopo il termine della seconda guerra mondiale. La convenzionalità della messa in scena non riduce ma semmai amplifica una vicenda nella quale il ribaltamento dei ruoli e la crudezza delle situazioni produce non pochi disagi allo spettatore. La bonifica delle spiagge danesi dalle micidiali mine è anche il tentativo di riportare alla "normalità" la Storia, non senza però produrre nuove vittime. Questa volta sono i giovanissimi sconfitti a subire l'onta e l'umiliazione, sono il futuro di una nazione che trovatisi lì quasi per caso, pagano duramente per colpe non proprie. Qua e là la pellicola risulta altalenante nonché votata ad una certa retorica intrisa di pietà. Ma ha il merito di riportare al centro gli uomini. Una tensione a tratti insostenibile e attori di indubbia bravura raggiungono il bersaglio, mostrando le ferite inflitte ai più deboli indipendentemente dalla divisa.
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Film: Il figlio di Saul 23 Marzo ore 15:43
voto al film:   8

Il giovane regista ungherese gira un film originale e potente. Esteticamente di grande impatto e utilizzando un linguaggio cinematografico innovativo, viene rappresentato l'Inferno. Del nazismo solo echi lontani. Ad essere gridato è l'orrore tal e quale nel quale affoga e si perde l'uomo. Il finale catartico e bellissimo è l'unico raggio di luce in uno spaventoso e claustrofobico viaggio nelle tenebre dell'immorale. La conservazione di una flebile umanità anche durante la notte dell'etica è ciò che resterà. Anche alla fine della Storia.
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Film: Remember 1 Marzo ore 23:42
1
voto al film:   7,5

Non privo di difetti eppure efficace nel delineare l'importanza della memoria nella vita privata come negli affari pubblici. Quanto è difficile ricordare! Più che i meccanismi della vendetta, ad essere protagonisti sono i meccanismi del ricordo. Ricordare comporta fatica e la memoria spesso è labile, imprecisa, ha bisogno di sostegno, può perdersi e ribaltare il reale. Può essere sfuggente, menzognera e piena di voragini ma resta imprescindibile per capire chi siamo. La storia dei vecchi ex che si cercano per regolare i conti privati di una storia collettiva, è il pretesto per domandare a ciascuno chi si è veramente e chi si è stati e soprattutto per ribadire che la memoria nella storia pericolosamente si dissolve. Il congegno filmico in questo caso funziona alla perfezione. Ma è un film. Basta infatti una tazza di caffè (in una delle scene che ho trovato più evocative in questo senso) per rendere impossibile ritrovare il bandolo della matassa. La memoria è necessaria ma anche debole.
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Film: Il Club 1 Marzo ore 01:59
2
voto al film:   8

Sembra non possa esistere redenzione nel cinema di questo grande regista. Sembra non siano espiabili le colpe dei nostri passati. Il tema qui è incandescente, ma se Larrain avesse voluto fare semplicemente un film denuncia sul clero cileno (e con esso una critica feroce alla Chiesa tutta), avrebbe rischiato di scivolare nell'ovvio accodandosi ad altre pellicole che da alcuni anni stanno battendo il sentiero. Ma qui c'è di più. All'anitclericalismo che ad uno sguardo superficiale sembra animare il progetto, si sostituisce una sofferta ed implacabile riflessione sulla colpa. Nessuna condanna può redimerci, nessun gesto può perdonarci, nessuna penitenza può servirci. Un cinema potente, ambiguo, capace di smascherare l'uomo col suo carico di ipocrisie, silenzi colpevoli, menzogne, connivenze, appetiti. Un Uomo irredimibile e fallace raccontato attraverso immagini quasi sfocate, dove luce e tenebre volutamente si confondono.
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Film: Fuocoammare 25 Febbraio ore 11:09
2
voto al film:   6,5

Da un lato la tragedia dei migranti, scalzi, affamati, sporchi, disperati, ma anche felici, danzanti, speranzosi. Dall'altra i tempi arcaici della vita sull'isola utilizzando la vita di un bambino e della sua cerchia familiare. Due universi che non si incontrano mai, due realtà al limite che sembrano ignorarsi, la fatica del sopravvivere si specchia nella fatica del vivere. Un documentario volontariamente privo di alcun commento lascia lo spettatore in balia dell'ondeggiare ora tempestoso e ora quieto nel mare delle emozioni.
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Film: Perfect Day 24 Febbraio ore 00:00
2
voto al film:   5,5

Ambientato nei Balcani durante il conflitto degli anni 90. La confusione di quella terra e di quella guerra viene resa attraverso l'uso di registri narrativi differenti. Si va dalla commedia al film bellico, dal dramma fino ai siparietti non troppo riusciti che ammiccano alla commedia sentimentale, passando per l'insulsa rappresentazione da rotocalco della condizione dei bambini negli scenari di guerra. Tutto però appare approssimativo, manca un'unità narrativa forte e decisa nonostante le buone prove d'attore tentino di salvare il salvabile. In troppi momenti il film sbanda senza una direzione precisa. Nonostante l'idea di far ruotare tutto intorno al pozzo sia una buona partenza ed il finale appaia intelligente, si ha come la sensazione di aver assistito ad un film che avrebbe reso meglio in versione short. Un corto con una bella idea diventato lungometraggio, insomma.
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