Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Invia questa pagina via e-mail a chi vuoi tu Stampa questa pagina
Nickname
Fortran77
Sesso




Scopri tutti i voti di Fortran77
Tutti i Commenti e i Voti di
Film: Manhattan 4 Ottobre ore 11:16
1 1
voto al film:   10

Film straordinario. Seppure non protagonista, trovo che il personaggio di Tracy costituisca il centro (a mio parere, dai connotati velatamente messianici) attorno a cui ruotano le vicende di tutti gli altri. Un personaggio centrifugo, poiché latore di valori radicalmente antitetici a quelli di Isaac e del suo entourage: individui intelligenti, colti ed affermati, ma schiavi della totale incapacità di assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Tracy è dunque considerata una perdente da questi “grandi”, in primis dal suo compagno Isaac: una perdente perché capace di amare, ovvero di esprimere, con disarmante trasparenza, l'autenticità della propria condizione umana. Una trasparenza che, a tempo debito (direi messianico), salverà Isaac dalla cronica oscurità dell'ipocrisia e del cinismo della “sua” Manhattan. Splendido il bianco e nero della fotografia, quasi a voler simboleggiare la necessità di mescolare due “colori esistenziali” del tutto opposti tra loro.
Ti è piaciuto il commento?  
Film: Milk 25 Agosto ore 16:32
1
voto al film:   9

Quando si accinge a vedere un film come MILK, un cinefilo può facilmente fare i conti con aspettative circa l'«eccezionalità delle virtù» del protagonista: dell'eroe tragico che conduce la propria lotta politica in una San Francisco sanguinariamente omofoba. Niente di tutto ciò, a mio avviso. Con grande intelligenza, regia e sceneggiatura (nonché il bravissimo Sean Penn) spiazzano il pubblico costruendo un personaggio autenticamente «normale»: ovvero del tutto omologo (e il gioco di parole è intenzionale) alla koinè politica in cui agisce. Sì, perché la «normalità» di Harvey Milk si esprime, paradossalmente, nel mettere in pratica lo stesso rampantismo e il medesimo cinismo dei suoi colleghi eterosessuali, persino nella vita privata e affettiva. Profondamente deludente, invece, il lavoro di doppiaggio, che fallisce del tutto nell'intento – pur non facile – di mimare la forza espressiva della particolare gestualità di Penn.
Ti è piaciuto il commento?  
Film: Match Point 28 Aprile ore 13:19
3
voto al film:   10

MATCH POINT, ovvero la tragedia del conflitto di classe; in cui il Regista, rinunciando a categorie storico-filosofiche preconfezionate, ci fa attenti spettatori dei pensieri e delle azioni dei suoi personaggi. La riflessione narrativa di Allen è incentrata sulla “banalità del male” che caratterizza la vita quotidiana dell'alta borghesia capitalista: un mondo in grado di schiacciare il proletariato e i suoi valori morali, trasformandolo – a propria immagine – in simulacro di ferocia e ipocrisia. È la storia di un volenteroso maestro di tennis, di origini modestissime, che sceglierà la perdizione, femminicida, del matrimonio con la miliardaria Chloe alla salvezza del vero amore con la proletaria – nonché vittima sacrificale – Holly. Ma il beffardo 'match point' della sua vittoria, nel “Torneo del Delitto Perfetto” contro la Polizia, sarà quello della definitiva sconfitta di essere umano. Film-capolavoro.
Ti è piaciuto il commento?  
Film: Il grande cocomero 31 Marzo ore 13:16
1
voto al film:   10

Un film davvero unico, come solo Francesca Archibugi potrebbe concepire. Ciò che mi ha particolarmente colpito dei suoi personaggi è l'intangibilità, resa attraverso l'incessante mutare – scena dopo scena – della portata simbolica del loro agire; intangibilità che disorienta, perché collocata in un contesto dove stasi e coercizione sono la regola. Ed è quella del disorientamento la categoria estetica attraverso cui la Regista conferisce un senso etico alla misteriosa, caleidoscopica diversità dei malati psichici. Disorientamento e intangibilità diventano, in tal modo, epifanie della dignità umana di chi, come Pippi e gli altri pazienti, sarebbe condannato sine die
all'emarginazione. Ma l'umile, tenace lotta del Dottor Arturo per quei ragazzi non scivola mai nella retorica; al contrario, l'Archibugi si serve della finzione scenica del suo operato per svelarci la vera realtà dell'Amore.
Ti è piaciuto il commento?  
Film: Letters to Juliet 10 Febbraio ore 02:42
A mio parere si tratta di un ottimo film, che tuttavia trovo adatto per un pubblico
adolescente di non più di 14 anni d'età. Pur essendo ben scritta, infatti, la sceneggiatura è troppo prevedibile e lineare per spettatori più adulti. Manca una
vera introspezione dei personaggi, la cui psicologia – nonostante il passato doloroso e difficile – si manifesta in una dimensione volutamente superficiale.
L'intera vicenda, dunque – anche negli aspetti tragici –, è collocata in un contesto
sognante, in perfetta armonia con la tipica "età delle cotte": a tal proposito, trovo
che la validità della pellicola si esprima anche sul piano di una sana pedagogia dei
sentimenti e della sessualità. Buona la prestazione attoriale degli interpreti, tra i
quali spicca indiscusso il geniale carisma della Redgrave.
Ti è piaciuto il commento?  
Film: Motel Woodstock 19 Gennaio ore 14:19
La visione di MOTEL WOODSTOCK mi ha positivamente sorpreso, con un Ang Lee felicemente impegnato a decostruire il mito e i valori della gioventù hippy. Magistrale l'ironia – sottile, tagliente – con cui la sua macchina da presa osserva i personaggi, nell'intento di smascherarne il buonismo capitalista e tutto lo "sfarzo alternativo". Ma ciò non avrebbe un senso narrativo se non vi fosse l'anziana coppia dei gestori del Motel, a mostrarcene l'antitesi tragicamente proletaria: ebrei russi, profughi dai pogrom. I quali, forse, ci rivelano l'autentica dimensione poetica
dell'evento; una poesia che si nasconde, atipica, tra le mille ossessioni che attanagliano chi è sopravvissuto ad un passato di miseria. «Papà, perché hai sopportato la mamma per quarant'anni?» – «Perché l'amo»: un dialogo sommesso, una silente verità che decine di slogan e centinaia di Watt non riusciranno a far tacere.
Ti è piaciuto il commento?  
Film: Guido che sfidò le brigate... 12 Gennaio ore 12:10
Nonostante l'alto valore etico dell'opera quale doverosa Memoria, la visione del film mi ha lasciato non pochi dubbi sul valore estetico. La recitazione, infatti, restituisce allo spettatore personaggi di scarso spessore psicologico ed emotivo, quasi sempre inadeguati all'eccezionale portata drammatica degli eventi storici. Naturalmente con le dovute eccezioni – in particolare quella di Anna Galiena, sorprendentemente intensa nel mostrarci le indicibili angosce di una moglie che teme per la vita del suo amato.
Ti è piaciuto il commento?  
Film: Primi amori, primi vizi, pr... 15 Dicembre ore 11:49
Fotografia magnifica, la cui luce inedita conferisce a persone e cose l'evanescenza tipica dell'immaginazione adolescenziale. Esemplare il modo in cui regia e sceneggiatura danno forma ai personaggi: i quali vivono una costante metamorfosi fatta di colpi di scena a raffica, perfettamente in equilibrio sul filo aereo del tragicomico. Un divenire che palesa progressivamente, e con avvincente poesia, l'impossibilità di distinguere gli educatori dai ragazzi: l'età adulta dalla fanciullezza che l'abita costantemente.
Ti è piaciuto il commento?  
Film: Dear John 6 Ottobre ore 00:02
2
Il continuo, estenuante autocontrollo dei sentimenti, l'asfissiante senso della misura in ogni circostanza: ecco i tratti che rendono i personaggi di DEAR JOHN privi di pathos autentico, conformandoli ad un'inverosimile morale borghese e ad una retorica militare da manuale di storia per scuole elementari.
Ti è piaciuto il commento?  
Film: Firewall - Accesso negato 6 Settembre ore 14:07
Un film che è come un algoritmo, un processo di elaborazione di 'dati narrativi' in cui le uniche variabili sono le situazioni esteriori: i personaggi, invece, rimangono interiormente costanti, monolitici, esenti da dubbi e angosce circa la giustizia del loro operato (esemplare l'anaffettività criminale con cui Jack uccide i suoi nemici). Ne risulta una pellicola incapace di regalare emozioni autentiche, costringendo lo spettatore nel recinto di una sterile epoché. Fa eccezione (ma il ruolo è marginale) il tecnico informatico dei "cattivi" (forse il solo eroe tragico della fiction), che pagherà con la vita la propria 'colpevole compassione' per le vittime.
Ti è piaciuto il commento?  
Film: Se mi lasci ti cancello 6 Settembre ore 13:41
1
Film straordinario: la sospensione del tempo viene resa magistralmente attraverso un'estenuante, sconnessa pluralità di spazi scenici, che si trasforma via via nell'unità archetipica del non-luogo: un vuoto mnestico, simbolo di un incolmabile, universale vuoto d'amore.
Ti è piaciuto il commento?  
Film: Complicità e sospetti 25 Giugno ore 14:54
Di COMPLICITÀ E SOSPETTI mi ha principalmente colpito lo spessore artistico della Binoche, di Law e della Wright: davvero notevole la loro capacità di comunicare sentimenti autenticamente tragici, di dare il giusto colore emotivo ad ogni situazione. Giudizio pienamente positivo.
Ti è piaciuto il commento?  
Film: Havana 13 Aprile ore 15:14
In HAVANA ci sono due rivoluzioni che continuamente s'intrecciano: quella politico-sociale e quella interiore di Jack. E se dell'ascesa al potere di Fidel Castro si è occupata ampiamente la storiografia, è compito invece di Sydney Pollack narrarci in maniera sublime come l'amore (che è anch'esso rivoluzione) sia tutt'altro che cieco. Dopo una vita dedicata al denaro e alle avventure erotiche, innamorandosi di Roberta (e poi rinunciando a lei) Jack apre definitivamente gli occhi sul vero significato dell'esistenza, scoprendosi per la prima volta capace di dare (e darsi) gratuitamente, senza attendere alcun tornaconto. Capolavoro.
Ti è piaciuto il commento?  
Film: Sono pazzo di Iris Blond 8 Aprile ore 21:42
1
Il momento più intenso e tragicamente bello del film si ha nell'ultima parte, quando Iris decide di concedersi a Romeo. L'infrazione della regola (da lei stessa stabilita)
di non avere rapporti sessuali viene ad assumere il significato di un vero e proprio sacrificio sull'altare del successo: la vittima viene colpita nei suoi punti vitali – la sensibilità artistica e l'innamoramento –, senza lasciarle possibilità di scampo. Ancora una volta Carlo Verdone ci regala una profonda riflessione tragicomica sull'«arido vero» della realtà umana.
Ti è piaciuto il commento?  
 » TOP 50