finalmente una nuova avventura tra i lucertoloni! molto avvincente e divertente, curata in ogni aspetto e con tutti gli ingredienti ben dosati, capace persino di evitare il pericolo di retoriche familiari varie che pure era dietro l'angolo, non passerà alla storia ma se vi piace il genere non fatela passare inosservata. p.s a me è piaciuto anche il 3d

opera prima di tutto rispetto, un po' troppo lenta ma misurata e delicata, felicemente implicita e con qualche bella scena. secondo me sia l'esordiente Bispuri sia l'ancor giovane Rohrwatcher possono esprimere qualcosa di più, un po' come fa il loro Mark, dove possono significa che hanno le carte in regola per farlo ed è dunque tutt'altro che una critica.

commedia molto carina, senza una parola di troppo o una virgola fuori posto, con una protagonista che maria vergine quant'è simpatica e un bel finale letteralmente spiazzante e davvero risolutivo. consigliata.

andate tutti di corsa a vedere Citizenfour, prima che lo tolgano definitivamente dalle poche sale. è un film che fa impressione perché sembra un film e invece è un documentario. o forse perché è un documentario e invece sembra un film. è necessario vederlo e farlo vedere a tutti, e anche se l'unica soluzione possibile sembrerebbe quella di non usare più google, cancellarsi da fb, buttare i cellulari etc, una cosa che intanto possiamo e dobbiamo fare è tenere sveglie le nostre coscienze. e magari andarci a rileggere Il grande fratello, che prima di essere usato probabilmente non a caso come titolo di un brutto programma che è in qualche modo servito a rendere accettabile e persino appetibile la più inaccettabile delle cose, ovvero la privazione della libertà, era un bellissimo libro di George Orwell che riletto oggi potrebbe fare molto più spavento di ieri.

sconsigliato a chi abbia letto e apprezzato il libro di Amélie Nothomb, dal quale è tratto, che ha tutto un altro titolo, e del quale mi è sembrato perdersi quasi tutto per strada (profondità, ironia, pathos... persino Tokyo c'è e non c'è...). forse potrebbe non dispiacere a qualcuno degli altri, perché non è che sia fatto male, ma cercando di mettermi nei loro panni quello che mi viene da dire è "ma cos'è?". né carne né sushi.

non c'è traccia, nello straordinario fotograficamente parlando viaggio di T.S. Spivet, del grande respiro universale, magico e ispirato del favoloso mondo di Amélie. film ben fatto, carino, meglio di molti altri, ma purtroppo non molto di più.

film sentimentale piuttosto scontato e piatto, al limite della noia, in cui non ho trovato nessun tipo di appeal e che non mi sento di consigliare. scegliere come protagonista un professore di filosofia e mantenere una sorta di low-profile può aiutare a fare un film non volgare e forse neanche cretino ma decisamente non basta a fare un film intelligente.