Partito come un film più che mai realista alla Dardenne improvvisamente vira all'onirico, al surreale lasciando piuttosto esterrefatti. A tratti imbarazzante nelle trovate cinematografiche lancia però un messaggio commovente: è stato mandato un angelo a ridare compattezza e gioia, a riunire una famiglia infelice. E questo basta.

Film d’impatto non semplice, un pò ostico ma che lascia un segno profondo.C'è una critica all'alta società milanese del boom economico italiano degli anni '60 (le grandi feste nelle ville dei nuovi industriali), c'è il rapporto fra intellettuale e potere (il potere che tenta di asservire la cultura) e c'è la vicenda di una coppia, di due che non si amano più ma che continuano a stare insieme. Trascinati casualmente in una festa trascorreranno una notte nel corso della quale sperimenteranno pericolosi abissi e indicibili tristezze. Il nuovo giorno li vedrà di nuovo insieme.

Si, non sarà un capolavoro, per chi ha visto ben altri film di Allen. Ma per chi come me l'ha guardato senza alcuna aspettativa ha costituito una inaspettata, briosa, leggera, gradevole e divertente visione,un intreccio di storie in cui si sente che sotto sotto c'è la mano di un grande. Sulla scia di altri film dello stesso genere, non meno piacevoli, consente di trascorrere un paio d'ore in buona compagnia. La trovata del cantante lirico sotto la doccia da sola vale il film.

Con un occhio o forse più a Wes Anderson il film risulta già a prima vista talmente ricco di invenzioni cinematografiche originali e divertenti da apparire –in taluni punti-persino un po’ lezioso.La storia è filtrata attraverso la prospettiva di un diciassettenne americano all’ultimo anno di liceo: il mondo esterno, gli adulti (spesso tratteggiati come delle macchiette), i colleghi sono come li vede il protagonista, come li vedono i ragazzi, così come pure il senso di isolamento e la scarsa autostima sono segni caratteristici dell’adolescenza.Il film, pieno di citazioni, è un omaggio appassionato e commovente al cinema cui Greg e Earl, amici d’infanzia si dedicano coinvolgendo una compagna malata in un’atmosfera autentica e assolutamente priva di retorica, malgrado gli argomenti trattati.Consigliato a tutti

Opera sicuramente molto originale nei contenuti e spettacolare nella forma, si avvale di una fotografia ottima. Film a episodi tra loro legati, in ognuno dei quali è presente un cavallo; storia che non mancherà di stupire permeata come è da un umorismo nero nordico fisico, corporale, persino urticante, con un rimando esplicito alla promiscuità nel rapporto uomo/ cavallo in una natura primordiale e selvaggia, quella delle praterie islandesi

Cosa si prova nello scoprire, dopo 45 anni di matrimonio,di non essere stata la persona più importante per il coniuge,soprattutto se lo si è amato e con lui si è condiviso tutto con l’illusione di poter esercitare un controllo sulla sua persona;come ci si sente nel ritrovarsi di colpo privati delle certezze che ci hanno accompagnato una vita intera? Kate e Geoff credono di sapere tutto l’uno dell’altra quando nella loro esistenza, nei giorni scanditi dalla ritualità di gesti consolidati nel tempo improvvisamente fa irruzione un fantasma del passato,il primo amore di Geoff morto in un’escursione in montagna. Il ritrovamento del corpo della donna fa riaffiorare dalla memoria di lui ricordi mai sopiti, che lo riportano indietro nel tempo. Man mano che il passato prende corpo il presente si disgrega. Il regista scava nei meandri della mente umana indagando sul significato dell’esistenza in un film strutturato in cui ogni elemento è al posto giusto e concorre alla perfezione dell'insieme

Essere giovani belle ed esuberanti non è cosa facile quando si vive in un minuscolo borgo della costa turca.Dopo aver passatol’ultimo giorno di scuola sulla spiaggia assolata con ragazzi tra giochi e schizzi, risate, sguardi, scherzi e quant’altro, 5 sorelle si ritrovano di colpo ad essere rinchiuse in casa dai familiari: colpa di una vicina di casa che le ha viste e ha riferito.Siamo dalle parti in cui vige un fondamentalismo islamico rigoroso Questa è la storia di 5 adolescenti innamorate della libertà.Della vita che si riduce negli orizzonti asfittici di una casa prigione dove prendono l’unico raggio di sole attraverso le sbarre del cancello o sul cui pavimento fingono di nuotare sognando il mare.E’ la storia della ribellione che soprattutto la più piccola intraprende contro il destino ingiusto.Il film parte come una commedia (e lo rimane, almeno sino a un certo punto)ma presto assume la connotazione del dramma pur conservando sempre una veste leggera e scorrevole. Autentica.

Il film si divide in due parti: la prima, che dà la sensazione di un già visto, racconta dell’arrivo nella periferia degradata francese di un nucleo di immigrati proveniente dallo Sri Lanka devastato dalle guerra. L’integrazione per la nuova “famiglia” in questo luogo pullulante di bande malavitose in lotta fra di loro e di droga, non è facile a causa anche della diversità culturale e linguistica. Ma pian piano sia Dheepan che la moglie trovano una collocazione dignitosa e remunerata lui come guardiano di uno stabile lei come badante, e la vita va avanti. Nella seconda parte il film prende una piega inaspettata e nel (fino ad allora) mite protagonista si risveglia un indomito spirito vendicativo che lo porta a farsi giustizia da sé. La sceneggiatura lascia a desiderare ma ho trovato belli taluni passaggi e soprattutto l’interpretazione della moglie di Dheepan, e della bambina. Siamo molto lontani da “Il profeta” e “Sulle mie labbra”, anche se il film non è da buttare via

Il regista gira nella borgate romane, sopraffatte dalla droga e dal degrado. Qui vivono Cesare e Vittorio due ragazzi, amici dall’infanzia che vivono di espedienti. Vittorio ha una madre vinta dalla vita, il ricordo di una sorella morta per droga e la nipote gravemente ammalata. Insieme a Cesare si droga alla ricerca di emozioni forti. Poi, un giorno in cui ha preso un allucinogeno di troppo, comincia ad avere delle visioni e capisce che ha passato la misura. Cambia vita, si cerca un lavoro, trova l’amore. Cesare invece, novello Accattone di pasoliniana memoria, resterà dannato per sempre. Questo il fatto che il regista con il suo sguardo vuole rappresentare, partendo dalla borgata ma questa resta ben presto solo sullo sfondo: ciò che conta è filmare al microscopio l’esistenza di Cesare, partendo dalle (probabili) cause della sua perdizione e sottolineando gli effetti, gli atteggiamenti, l’impossibilità di essere redento e di inserirsi in una (presunta) vita normale.

Favino veste i panni del politico corrotto e vizioso, si impegna molto ma non riesce ad apparire viscido quanto dovrebbe: soprattutto nel momento della difficoltà. Amendola manca di quell’ autorevolezza propria di un vero capo mafia. Germano nella parte ci sta anche se a volte (s)cade nel macchiettismo. I ragazzi invece sono credibili e convincenti, tutti. Ma il pregio di questo gran bel film di genere sta soprattutto nella regia che inanella magnifiche sequenze cinematografiche che si susseguono l’una dopo l’altra incastrandosi alla perfezione nel contesto narrativo. L’atmosfera plumbea carica di tensione sfocia inevitabilmente nella catastrofe finale, pure annunciata e sottolineata molto bene anche dalle bellissime scene e da una colonna sonora adeguata