Le strade innevate e nebbiose, le estensioni interminabili dei paesaggi americani, l'atmosfera pregna di eventi inquietanti/lugubri. Innumerevoli elementi concorrono a rendere indimenticabile questo film che parte in realtà da una storia semplice ma che si sublima nell’esaltazione del grottesco, del macabro, dell’humor noir, del paradosso estremo . I personaggi sono esilaranti, svetta su tutti l’imperturbabile Frances McDormand in questa incarnazione fine a se stessa della stupidità umana e del nulla interiore

Intelligente e dissacratorio come non mai questo Woody Allen in forma davvero smagliante.Situazioni da commedia con rovesciamenti di ruoli e sovvertimento totale di valori che, unite alla consueta autoanalisi propria dei tempi migliori del regista, lascia chiaramente intendere che non vi possono mai essere certezze e situazioni stabili nell’esistenza.

Un film sulla solitudine, l’indifferenza, la progressiva aridità d’animo e l’egoismo, la vecchiaia e la morte.Storia di un medico raffinato, colto, cinico e egoista che giunto all’età di 78 anni viene turbato da un sogno funesto premonitore.Nel viaggio in auto che deciderà di intraprendere ritroverà il perduto contatto con la vita, le persone che inevitabilmente, richiameranno alla sua memoria scene luoghi felici ( e non) della propria infanzia e giovinezza.

Si fatica un po’ ad entrare nel film ma la pazienza è ben ripagata.I paesaggi magici della montagna svizzera (il maloja snake) e le atmosfere sospese fanno da cornice a questa vicenda tutta femminile di esplorazione dell’animo umano e insieme di confronto generazionale di bergmaniana memoria.Magnifiche le attrici e regia eccelsa per questo film nel film che consiglio vivamente

Inaspettatamente, un buon film. Senza spettacolarizzazioni di sorta, senza scene clamorose, senza troppi spargimenti di sangue. Visto dall'interno delle "famiglie" coinvolte e dei loro riti ancestrali che continuano a perpetuarsi come una necessità cui non ci si può sottrarre.Bella la fotografia, credibili gli attori.

Ottima la fotografia, interessanti alcune sequenze ma nel complesso un pò scollato, con un finale che è un'americanata pura. Storia di avventura ma soprattutto di formazione, se guardata con gli occhi dell'adolescente protagonista, dei suoi ideali di amicizia e amore alla luce della crisi della famiglia. In sintesi un film immaturo ma con tutte le potenzialità per migliorare

ho trovato la commedia banale, superficiale e soprattutto noiosa.Il soggetto, decisamente molto originale, non ha avuto uno sviluppo adeguato.

Siamo nella Germania nazista ma i libri che vengono bruciati e/o letti sono scritti in inglese. La storia rappresentata è triste e drammatica ma aleggia sul film un pò un'atmosfera da favola alla Walt Disney con i buoni e i cattivi ben delineati nei loro rispettivi ruoli. I primi che sono sempre anche belli e raffinati. A me pure la morte è parsa una figura banale, forzata e ridicola. Su tanta mediocrità svettano (inutilmente) il mitico Rush e l'indimenticabile attrice de "le onde del destino".

Per quanto la storia non sia particolarmente originale, grazie all'intensità con cui è interpretata dai protagonisti, all'incastro perfetto dei piani narrativi/temporali e alle musiche rimane a lungo ma molto a lungo impressa nella memoria. Il film lascia questa traccia profonda e coinvolge moltissimo, tant'è che sembra di attraversare insieme ai personaggi gli squarci dolorosi dell'intera vicenda.Da non perdere

Parigi sarà sempre Parigi e resterà sempre magica ma non è che due attempati coniugi per risolvere i propri atavici problemi di coppia debbano per forza compiere in quella città azioni strambe e assolutamente improbabili (fuggire da ri.storanti e alberghi di lusso senza pagare il conto etc..)solo per ritrovare la perduta armonia di coppia.Già, il film non mi è piaciuto nè convinto, col suo taglio radical chic che tutto sembra risolvere e tante forzature oltre a non essere per niente divertente

La struttura c'è nel film ed è robusta e potente.La colpa, il peccato, gli errori commessi nel passato che ritornano,la disperazione e la morte sono temi trattati in un gioco ad incastro che coinvolgerà tutti i personaggi e sfocerà nel bel momento canoro del film, nell'esecuzione di "Wise up".Straordinariamente efficace la pioggia di rane nella sua valenza simbolica di richiamo biblico che la dice lunga su come sopra tutte le miserie umane domini sempre indisturbato il fato.Molto bravi tutti gli attori, persino Tom Cruise.Resta una pellicola un pò intricata e complessa con la pretesa solo in parte riuscita di affrontare diverse problematiche di ardua e difficile risoluzione.Concordo con chi ha definito didascalica e semplicistica la vicenda riferita al bambino prodigio:in effetti si poteva sviscerare meglio o anche evitare.

Forse ho visto troppo tardi questo film tanto decantato, quando tutto era stato già detto. Fatto sta che non sono stata in grado di apprezzare nè di gustare alcunchè. Anche per me , tolta la scena finale e, qua e là, talune visioni pseudo oniriche e/o paradossali, mi sono ritrovata di fronte alla solita Margherita Buy che interpreta la solita se stessa con le consuete modalità e a Silvio Orlando, anche qui regista in crisi. Mi sono annoiata molto.

Resta un pò sotto tono questo "We are the best" rispetto alla potenza drammatica dirompente di "Lilja for ever" e sicuramente l'impatto emotivo e diverso. Però è tutt'altro che un film banale sull'adolescenza di tre amiche che decidono di formare un gruppo punk.Fitto di dialoghi volutamente e (inutilmente) asfissianti tra le ragazze che vivono in famiglie che hanno abdicato dal ruolo di educare i figli e sono, pertanto, distratte e/o assenti, in una Svezia priva di riferimenti culturali, costituisce uno spaccato agghiacciante di "non cultura" all'interno di quella società civile. Dove le città sembrano periferie dilatate, con palazzi squallidi e anonimi, i rapporti umani sono scarnificati o, al contrario, ossessivi, manca il rispetto delle regole comuni e l'alcolismo dilaga, è qui che le amiche decidono di suonare non spinte dalla passione musicale ma per puro spirito di rivolta contro il nulla affettivo, morale e ideale che le circonda.

Come già rimarcato da altri è originale che le vicissitudini del protagonista si sdipanino esclusivamente all'interno dell'abitacolo di un'auto lungo le autostrade inglesi e nel corso di una notte (unità di luogo, di tempo e di azione).Suggestivo il gioco delle luci esterne dilatate all'estremo a costituire uno sfondo attenuato del mondo esterno mentre nella macchina Locke attraversa attimi cruciali. Pur nella drammaticità del momento, nelle ore di viaggio che l'attendono, decide di fare chiarezza con se stesso e di prendere delle decisioni importanti, di assumersi delle responsabilità, diversamente da come aveva fatto suo padre .Nello stesso tempo pianifica minuziosamente un lavoro che all'indomani avrebbe dovuto svolgere e cerca di affrontare le conseguenze che le sue decisioni hanno portato anche con la famiglia.Merita la visione sicuramente