Tanti buoni spunti senza che ne venga sfruttato uno fino in fondo. Tanto stimolante quanto confusionario.

Un film dove il finale riesce a rendere una tensione autentica.

Alla "Banalità del male" viene contrapposta la "Quotidianità del normale", ovvero la vita e il pensiero di un'intellettuale attraverso le paure, gli affetti e le pause della vita di tutti i giorni. Il film è una lucida trasposizione cinematografica di una coraggiosa espressione del pensiero, dove alle diverse prese di posizioni dei personaggi viene sottolineata la solitudine dell'intellettuale.

Un film che ha il pregio di essere assolutamente credibile.

Trama completa nel suo svolgimento, con interessanti citazioni da altre pellicole, sono però rimasto perplesso dall'interpretazione di alcuni personaggi. Un film piacevole, però ben lontano dalle vette di Tarantino.

Colonna sonora stupenda, è apprezzabile il tentativo da parte della regista di rappresentare il disagio adolescenziale da parte della regista e inserirlo in un preciso contesto sociale.

Interessante per come raffigura Napoli nel dopoguerra, in alcune parti però il film tende a essere lento e statico. Personalmente ho trovato molto belle alcune scene, specie quelle delle scene in università e alla stazione, mentre mi è dispiaciuto il mancato approfondimento di alcuni personaggi.

Brillante interpretazione da parte del cast, un film forse un pò didascalico e al tempo stesso molto approfondito su un tema poco battuto.

Un film che nasce come un esperimento - le tranche narrative hanno stili estremamente diversi - e comunque riesce a toccare le corde, penso, di ogni singolo spettatore.
Visione consigliata in lingua inglese.