Virzì riesce a fare un film ricco e aspro, con qualche caduta in cliché che capiamo solo noi italiani, tra costume e melodramma. Per apprezzarlo occorre ripensarlo dal punto di vista del ciclista: le didascalie sui titoli di coda sono una sottolineatura della giusta prospettiva, che però nel film andava trattata con maggiore chiarezza.

film asciutto e spietato, ottimamente recitato, un oggetto completo, ha una sua perfezione.

molto bene la regia, sceneggiatura sontuosa e esagerata, storia decisamente banale, ottimi attori: film da vedere. Dopo il brutto Prometheus Scott dà una prova brillante.

l'unica cosa veramente sorprendente di questo film è essere riusciti a produrlo e distribuirlo. andarlo a vedere è un errore, il primo atto fu una cosa che poteva aprire qualche speranza, questa seconda le chiude tutte e butta via la chiave.

fim decisamente brutto: sceneggiatura poco riuscita, effetti di tutti i tipi, saccheggi e non citazioni, si racconta con impegno e voglia di serietà una storia che vorrebbe essere evocativa e invece risulta stucchevole. sono tempi duri per la fantascienza.

dare un voto è forse un esercizio superfluo. il costo del biglietto è un errore imperdonabile, a meno che non si voglia buttare via il tempo senza aver proprio niente di meglio da fare. resterete delusi anche in questo caso

ottimo film, una parte iniziale lunghissima e preparatoria ad una riflessione un po' ossessiva di lars von trier su se stesso e sul suo periodo di malattia. poi si prende il largo con wagner e non si torna più indietro. al cinema che cosa abbiamo di più da chiedere?

ci sono tutti gli ingredienti del film riuscito: ottima regia, ottimi attori, ambientazioni, sceneggiatura, intrigo. L'unico difetto sta nel comprendere sin dall'inizio che la storia tra colpi di scena e effetti speciali ti porterà alla soluzione e alla spiegazione. Molti sforzi ma resta l'effetto zuccheroso in ogni scena, in ogni profilo, in ogni situazione. Insomma il prestige rivelato perde tutto il suo fascino e alla fine si ha l'impressione di averlo capito sin dall'inizio. Questo a mio avviso è poi il limite del cinema di Nolan.

ancora una volta un film odioso e potente sull'odio e sulla genealogia della violenza. Haneke varia sul tema e stavolta se la prende con i bambini, i più crudeli e indifesi. Girato magistralmente.

film acido, scomodo, sgradevole, odioso. Haneke nella scena del nastro che si riavvolge per rifare la scena ci dice tutto e ci accusa. Lo spettacolo ha le sue leggi e gli spettatori sono sempre più esigenti e difficili da coinvolgere. Effetto un po' granguignolesco ma film interessante. Non ho visto l'originale quindi magari Haneke ha copiato tutto, ma l'avrebbe copiato bene.

la violenza e la visione, un tema antico quanto moderno, l'immagine e lo sguardo: un fim notevole. c'è sempre qualcosa di compiaciuto in Haneke, a volte di ideologico, il suo cinema è comunque una cosa viva. la scena del kamikaze è formidabile.

raggiunge la sufficienza per l'impegno e la vastità delle energie non solo tecniche utilizzate. un po' fantasy un po' fantascienza, a volte si eccede nell'intreccio e ci si perde nella confusione. restano alcune immagini e sequenze piuttosto potenti e ben riuscite.

film divertente e ottimamente girato. alcune licenze rispetto alla storia originale sembrando del tutto gratuite e fuorvianti. la peggiore: Bilbo trova l'anello per caso, non lo vede cadere dalla tasca di smigol. qui siamo quasi al raggiro con frode. per il resto il respiro è quello epico e leggendario, anche se la divisione in tre sembra esagerata.

ben girato, curato, ben confezionato, ben recitato. un prodotto internazionale standard. non c'è molto altro, lo spettatore si sente un po' maltrattato e non trova niente che non si sia già portato da casa. era lecito aspettarsi qualcosa di più oltre al solito colpo di scena. ci dovrà pure essere un modo più efficace di rendere la malinconia.

film compatto, la figura del presidente emerge in uno scenario storico duro e reso con vigore e controllo, finalino edificante da evitare, nel complesso opera discreta.

film dalla riuscita modesta, sa di già visto, non necessariamente meglio o peggio, anche volendo prendere sul serio un cinema che racconta storie, questa non ha nulla di particolare.

togli movimento, azione, ritmo, ti restano attori e idee. purtroppo qui ci sono solo gli attori, molto bravi, il resto non funziona o funziona molto poco. un malato mentale e il suo guaritore impostore, una vicenda magari attuale ma priva di sostanza.

ottimo film dal ritmo incalzante, finalino poco convincente (di solito sono un problema rilevante, con tarantino un po' meno), vagonata di citazioni, colto e popolare, coinvolgente e catartico.

il testo di saramago è un ottimo punto di partenza, il film lo rende bene e visto quello che spesso succede è già tanto. il livello complessivo è senz'altro accettabile. alcune cose buone, altre meno. julianne moore ottima

film complesso e molto ben girato, seguire l'intricato percorso sul rapporto memoria realtà non è semplice ma il film ci riesce a tratti molto bene. il regista ha molte cose da dire, soprattutto se non fa solo batman.

disincantata e lucida analisi del crimine della borghesia in quanto tale. una resa cinematografica della televisione, un livido meccanismo di riproduzione della realtà.
ottimo bergman

boh!? mulholland drive batte questo film 3-0, linch deve rendersi conto che l'arte deve comunque far dialogare intelletto e immaginazione. in questo film ci sono cose stupende accanto a cose francamente risibili, senza aver la pretesa di voler carpire significati reconditi. resto abbastanza perplesso.

bianco e nero elegante di notevole forza comunicativa, un testo trattato con rigore e sentimento, un truffaut che non riesce del tutto a trattenersi nei pani del pedagogo-scienziato, in ogni caso film da vedere.

capita raramente di vedere un film in cui non succede praticamente nulla, ma in cui si tratta del bene, del male, della ricerca della verità, di Dio, del Diavolo, della miseria e della violenza in maniera così visivamente coinvolgente, nell'inimitabile stile Sokurov. Un capolavoro