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In una calda sera d'estate, Glauco, un disegnatore industriale sulla quarantina, ritorna a casa dal lavoro e trova la moglie a letto per una lieve indisposizione. In sala da pranzo lo attende una cena fredda assai poco invitante. Con l'aiuto di un libro di cucina, l'uomo decide allora di prepararsi qualche piatto di suo gusto. Mentre cerca gli ingredienti necessari, da un armadio salta fuori un pacchetto avvolto in vecchi giornali. Uno di questi è datato 23 luglio 1934 e reca la notizia dell'uccisione del gangster americano Dillinger. Dall'involucro esce una pistola a tamburo arrugginita: Glauco la smonta con cura, la olia, la vernicia di rosso, la carica con dei proiettili contenuti nell'involucro, interrompendo di tanto in tanto l'appassionato gioco per pranzare, per guardare la televisione, per amoreggiare con la sua giovane domestica. Ormai è quasi l'alba: Glauco entra nella camera della moglie e appoggia un cuscino sopra il capo della donna addormentata e vi spara contro tre colpi di pistola. Al mattino, l'uomo si reca in macchina al mare, come se nulla fosse accaduto. Salito a bordo di un panfilo, di cui è proprietaria una graziosa fanciulla, riesce a farsi assumere come cuoco. Poco dopo l'imbarcazione parte alla volta di Tahiti. |
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News sul film “Dillinger è morto” |
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Torino|25: il futuro è Ferreri (30 Novembre 2007)
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A dieci anni dalla morte si ricorda l'arte di uno dei massimi autori del nostro cinema, Marco Ferreri. Regista contro tutti e tutto, libero cantore di un mondo in disfacimento, di disperati paesaggi urbani, della piccolezza del maschio e dell'unica via di salvezza, la donna. Al Torino Film Festival, invitato dal direttore Nanni Moretti, a ricordarlo è l'attore che più lo rappresenta, il grande vecchio Michel Piccoli. L'interprete de "La grande abbuffata" ha detto: "Marco Ferreri mi manca molto, vorrei tanto poter girare ancora con lui, il suo cinema era assoluto, il più geniale, conteneva la vita di tutti noi, al di là di ogni razza e nazione, un cinema che non invecchierà mai".
Il cinema di Ferreri è uno dei più liberi tra quelli dei nostri grandi autori, un anarchico insieme di intuizioni e colori, di riflessioni filosofiche e grandi interpretazioni dei suoi amici di sempre: Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi e soprattutto Michel Piccoli. A proposito di "Dillinger è morto", l'attore ha detto: "Girammo Dillinger è morto quasi senza sceneggiatura, come amava fare Ferreri, con in mano una ventina di pagine di scrittura sullo sviluppo dell'azione. Lui mi diceva mettiti là, girati da quella parte, guarda qui. E così via. Sul set e nella vita privata p [...] |
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Festa di Roma: omaggio a Marco Ferreri ( 7 Maggio 2007)
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Dillinger è morto |
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