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Adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Audrey Niffenegger e basato sull’Odissea, "Un amore all'improvviso" è la storia di una relazione tra una donna e un uomo dotato di un gene che gli permette di viaggiare nel tempo, possibilità che sfrutta per andare avanti e indietro nella vita della donna. |
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Dopo essersi affrontati faccia a faccia in “Troy”, Brad Pitt ed Eric Bana rivisitano il concetto di tempo quale orologio della vita, stavolta a distanza. Ma anche stavolta a spuntarla è il biondo Brad: “Un amore all’improvviso” è il film perfetto per rivalutare “Il curioso caso di Benjamin Button”, cui si avvicina per ambizione ma non per la pulizia e il senso – non sempre gradevole – di perfezione che emana. Se la cosa peggiore è la scelta del titolo italiano, ridicolo rispetto all’originale “The time traveller’s wife” che quantomeno poneva al centro dell’attenzione l’unico personaggio un minimo interessante, il film si salva solo a tratti – ad esempio nella scena del matrimonio – virando troppo spesso verso il melenso, fino ad oltrepassare la linea di non-ritorno. Imperdibile il materiale pubblicitario e per la stampa che parla di “rara anomalia genetica”...
Lo spunto rimane interessante, e probabilmente il romanzo dal quale è tratto ha delle qualità (ma l’Odissea citata nella trama non c’entra nulla): una regia assente e una sceneggiatura irritante (Bruce Joel Rubin è lo stesso di “Ghost”, per intenderci) fanno di questa commedia sentimentale l’ennesimo sottoprodotto di una cultura interessata soltanto al botteghino, dunque alla replica incessante dei prodotti vincenti.
Pour parler: le mamme americane devono guidare davvero male se si schiantano nella prima scena di così tanti film... |
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