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Il Mokumentary è la nuova (?) frontiera dell'horror, il tentativo vano di dare nuova linfa a un genere che nell'america degli anni 2000, tranne saltuari casi, ha perso tutto il suo vigore. La sceneggiatura di Devlin regge nella prima parte del lungometraggio, rendendoci malauguramente partecipi dell'insopportabile e esasperata felicità della coppietta di neosposini. Nella seconda parte l'utilizzo della videocamera da parte di lui valica i limiti del patologico, non c'è posto dove vada senza cinepresa: compresa la dimora dei satanisti! Il tentativo di fare di questo film il Rosemary's Baby del nuovo milennio non voglio nemmeno prenderlo in considerazione. Rimane il pregio lodevole di averlo realizzato in poco più di 80 minuti, e la gioia smisurata nell'immaginare la fine dello sposo.
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