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Quando Josey Aimes torna nel nord Minnesota dopo il fallimento del suo matrimonio, ha bisogno di un buon lavoro. Incoraggiata dall'amica Glory, una delle poche donne in questo settore, Josey entra in miniera. Quando Josey protesta contro il trattamento che lei e le sue compagne di lavoro subiscono, incontra la resistenza non solo di chi comanda, ma anche della comunità intera che non vuole ascoltare la verità, dei suoi genitori e delle sue stesse colleghe, timorose che le cose peggiorino. |
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Sembra il medioevo: donne umiliate, vittime di discriminazioni e violenze, colpevoli sempre e comunque di ogni male della società. Il medioevo appunto. E invece no, North Country- La storia di Josey, è un film ambientato tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta del ventesimo secolo, nel Minnesota, estremo nord degli Stati Uniti e, ciò che più colpisce, si tratta di una storia realmente accaduta.
Josey, dopo essere scappata con i due figli da un marito violento, torna nella città d’origine dove, approfittando di una sentenza della Suprema corte, trova lavoro nella miniera. L’inserimento di poche donne minatrici è da subito ostacolato dall’aggressiva ostilità dei colleghi maschi, che vedono messo a repentaglio non solo il posto di lavoro, ma anche il ruolo nella società e in fondo la propria virilità.
I lavoratori, giorno dopo giorno, si rendono responsabili di angherie e intimidazioni sempre più violente. Nessuno sembra difendere il diritto di Josey a ricevere un trattamento umano, non il sindacato, di cui fa parte anche l’amica Glory (una straordinaria Frances McDormand), che copre i violenti, non i padroni della miniera, che davanti alle sue proteste propongono le dimissioni. Tutto gira storto, il padre (anch’esso minatore) tratta la figlia con gelida indifferenza, e anche i figli sono coinvolti nelle malelingue del paese. Josey, però, va avanti con ostinazione e, con l’aiuto di un amico avvocato, porta in tribunale la direzione della miniera.
Come si capirà, North country, diretto dalla neozelandese Niki Caro (La ragazza delle balene), è un film impegnato, un urlo di protesta per i diritti elementari calpestati. L’indignazione provocata nello spettatore è grande e il tema trattato non è certo banale, ma l’andamento della storia risulta piuttosto prevedibile e non privo di qualche accento retorico.
Ottima l'interpretazione di Charlize Theron, oltre a quella di Frances McDormand, entrambe giustamente candidate all’Oscar; bravissimo anche Richard Jenkins nel ruolo del padre. Altra nota positiva è la bellissima colonna sonora, con molte firme d’autore, come Bob Dylan, originario proprio di quelle terre e Gustavo Santaolalla, già autore delle musiche di 21 grammi, I Diari della motocicletta e I segreti di Brokeback Mountain. |