Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: Ultraviolet

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Ultraviolet
titolo originale Ultraviolet
nazione U.S.A.
anno 2006
regia Kurt Wimmer
genere Azione
durata 88 min.
distribuzione Sony Pictures
cast M. Jovovich (Violet) • C. Bright (Six) • N. Chinlund (Garth) • S. Andrieu (Nerva) • I. Martin (Violet (bambina))
sceneggiatura K. Wimmer
musiche K. Badelt
fotografia A. WongJ. Wong
montaggio W. Yeh
uscita nelle sale 16 Giugno 2006
media voti redazione
Ultraviolet Trama del film
Nel tardo ventunesimo secolo una suttocultura di umani si è evoluta geneticamente grazie agli effetti di un male simile al vampirismo che ha donato loro maggiore velocità, forza e capacità intellettiva. Isolati dalla società degli uomini "normali", che li guarda con sospetto e paura, questi malati-potenziati sopportano sempre meno le discriminazioni che vengono inflitte loro e in molti gridano alla rivolta: l'intero mondo è sull'orlo della guerra civile. In mezzo a questa quasi-guerra si muove Violet, un'infetta-potenziata che ha ricevuto il compito di proteggere Six, un bambino di nove anni condannato a morte per oscuri motivi.
Recensione “Ultraviolet”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 4)
"Metamorfosi e polvere."

Sul finire del ventunesimo secolo, il pianeta si scopre minacciato da una genia di mutanti, prodotti da una sindrome che sembra uscita dagli antichi e fantasiosi trattati sul fenomeno del vampirismo: gli uomini sono in lotta con degli esseri chiamati Emofagi. Un po' terroristi, un po' vampiri (soldati invincibili). In mezzo a questo caos, però, si staglia Violet, una mutante infetta, che deve proteggere un bimbo di nome Six ricercato per motivi a lei sconosciuti (la via della salvezza?).
Tra virus letali e combattimenti all’ultimo sangue, è come se "Ultraviolet" non potesse aprirsi al furore che vuole mettere in scena. La sua caratteristica primaria (action movie) è ben tratteggiata da potersi sovrapporre alle linee dello scenario fumettistico in salsa fantascientifica, rispettando la scelta stilistica di subordinare le scene d’azione ai momenti 'ideologici'. Per l’osservanza (iniziale) di questo principio - una visione altamente qualificata della Rivoluzione - i 'burattinai' nell’ombra (concetti filosofici-malvagi sull’apparenza del reale) contaminano i personaggi, che pur con i loro poteri non possono opporsi, vittime involontarie, a volte anche inconsapevoli, di un destino tragico, che si rivela loro con il ghigno aspro della condanna. Ma indubbiamente, le esagerazioni spettacolari si sprecano e la capacità di elaborare la loro funzionalità testuale è un’utopia. Il film prosegue come un macchinario che sopravvive a sé stesso in sola virtù dei collegamenti che innesca: la promessa di un sequel, i 'nessi' filmici (Blade, Underworld, X-Men, Matrix, Resident Evil), rimandano ad incastro nell’immaginario di genere, trascinando alla riscossa un baraccone di fuochi d’artificio senz’anima. Tra i fotogrammi traspare il divertimento di chi lo ha creato: il generoso sfoggio di lame, ambientazione high-tech, esplosioni, acrobazie kung fu, costumi attillati e occhiali da sole. Non c’è invenzione, né creatività, non c’è idea, né un punto di vista. Tutto già fatto e già visto.
Qui siamo, ancora, di fronte ad un cinema che si alimenta solo di effetti speciali, ma non di corpi, sguardi, gesti e improvvise accensioni 'passionali' che permettono alla nostra memoria ('cadenza' mitica dello sguardo) di spiccare il volo della fantasia per la costruzione di nuovi mondi 'possibili'.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Utente di Base (39 Commenti, 54% gradimento) bartman 19 Aprile 2011 ore 15:09
voto al film:   4,5

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