Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: Silent Hill

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Silent Hill
titolo originale Silent Hill
nazione U.S.A. / Francia / Giappone
anno 2006
regia Christophe Gans
genere Horror
durata 125 min.
distribuzione Eagle Pictures
cast R. Mitchell (Rose) • L. Holden (Cybil Bennet) • S. Bean (Christopher) • D. Unger (Agente Thomas Gucci) • A. Krige (Christabella) • J. Ferland (Sharon)
sceneggiatura R. Avary
musiche A. Yamaoka
fotografia D. Laustsen
montaggio S. Prangère
uscita nelle sale 6 Luglio 2006
media voti redazione
Silent Hill Trama del film
Rose e Christopher hanno adottato una bambina, Sharon. Una notte, dormendo, Sharon tenta il suicidio. Mentre la salva, Sharon le sente pronunciare il nome di Silent Hill. Per capire da dove provenga il male della figlia, decide di portarla lì...
Recensione “Silent Hill”
a cura di Glauco Almonte  (voto: 4,5)
Lungi dall’essere drammatico, horror, thriller o quant’altro, con Silent Hill Christophe Gans si inserisce nell’abbondante filone del non-genere: tra film e campagna promozionale, stavolta è la seconda ad avere radici e motivazioni più forti.
Lasciandosi alle spalle un trailer che parla di mistero, di suspense, di orrori, insomma di niente ma con la giusta misura, di fronte al film si può restare disarmati, insoddisfatti, annoiati (che per un presunto horror è tutto dire) oppure far finta di nulla e godersi due ore di angoscia (della protagonista, non dello spettatore), paura (della protagonista), strilli (sempre della protagonista) e musiche da brivido (queste non della protagonista, giusto per avvertire lo spettatore in tempo che qualcosa sta per succedere).
Il pretesto è risibile, ed almeno in questo Gans rispetta la tradizione più recente del genere horror: Rose ha una figlia adottata, Sharon; questa tenta il suicidio a metà tra sonnambulismo e possessione, farneticando di una certa Silent Hill che Rose scopre essere una città fantasma (città-marcia, si legge in un sito) distrutta trent’anni prima da un incendio. La madre adottiva, per risolvere il misterioso problema della bambina, ha l’idea – ah, come sanno essere geniali i protagonisti degli horror – di portarla proprio a Silent Hill, da sola, soprassedendo su una miriade di segnali non proprio accoglienti che avrebbero fatto desistere chiunque.
Come se non bastasse, la prima cosa che fa arrivata a Silent Hill è perdere la figlia...
Dopo un’ora e mezza di incontri con demoni, umanoidi informi e personaggi incredibili (nel senso letterale del termine, senza alcuna credibilità), il finale si consuma senza colpi di scena, si scopre che tutto ha avuto inizio – ma guarda un po’ – proprio con l’incendio della cittadina, dovuto ad una barbara caccia alle streghe e che la piccola Sharon non è figlia del demonio ma poco ci manca.
Che sia un film contro l’adozione?
Commenti del pubblico







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