Ennesimo discutibile tentativo di reinventare e ringiovanire la figura dell’agente segreto proprio in casa della sua versione più classica ed inimitabile.
Non partendo da una storia il film si arrampica in evoluzioni ed inseguimenti senza troppi motivi, eppure la sceneggiatura era già scritta, essendo il film una trasposizione cinematografica del romanzo omonimo di Anthony Horowitz, primo capitolo di un fortunata serie. Ma andiamo per gradi.
Il prologo ci presenta il cammeo di Ewan McGregor e i dieci minuti più interessanti di tutta la pellicola quando in azione è lo zio del giovane Alan, la grande spia di Sua Maestà. Purtroppo la missione finisce nel peggiore dei modi ed il giovane Alan si trova faccia a faccia con la realtà che fino a quel momento aveva ignorato. Un po’ spinto dai capi dei servizi segreti ed un po’ per cercare di scoprire la verità su suo zio intraprende la carriera di giovane spia.
Il grande cattivo che vuole distruggere il mondo in seguito ad un’infanzia difficile è un sempre particolarissimo Mickey Rourke che, se non altro, dà un tocco di colore un po’ pacchiano al complesso.
Come già detto, tolte le sequenze di azione, il kung fu e le esplosioni rimane ben poco, una struttura moderna e tecnologica completamente vuota all’interno. Se si voleva cercare di portare sullo schermo un prodotto divertente per ragazzi così come lo sono i libri di Horowitz, si è stati poco incisivi, molto più interessanti, ad esempio, le prove di 'Spy Kids', se il prodotto finale doveva essere invece un grande film d’azione, rimane una goccia nel mare della produzione in massa della macchina hollywoodiana non riuscendo a dire nulla di nuovo.
Ricordiamo a questo punto con rammarico lo spensierato e senza pretese Un’agente segreto al liceo, classico film estivo di serie B di metà anni novanta. |