Fragola è una timida e infelice commessa che sogna il grande amore durante le ore di lavoro nel nuovissimo supermercato americano appena aperto a Belgrado.
Una sera, frustrata e avvilita, scarica la sua rabbia su una dolce e tenera nonna, venuta a comprare delle semplici fragole per il nipote di ritorno dalla guerra e che viene cacciata via dal market con arroganza e cattiveria.
La lunga attesa della piccola nonnetta di fronte alla porta elettrica di cui non capisce il funzionamento è il brano più toccante del film. Subito dopo, inizia il delirio.
Il giorno dopo un pazzo squinternato si presenta armato di tutto punto nel supermercato: è Marko. Il nipote dell'anziana "ferita", deciso a renderle giustizia...
"Jagoda" è l'opera prima del regista serbo Dusan Milic, il cinema di riferimento è quello "panico", grottesco, stralunato e meraviglioso di Kusturica, che infatti è anche il produttore del film e interprete di uno simpatico cameo.
Le carte sparse sul tavolo dall'autore, sono l'occasione per inventarsi una mano inusuale. Allora c'è la commedia sentimentale, la critica sociale (i veterani, i poveri, l'america, i prezzi), la parodia del action movie, la banda che suona e parteggia per il rapitore.
Insomma non ci si accontenta, l'obiettivo non è il personaggio, ma l'azione corale, che invita lo spettatore a mollare i freni e i propri riferimenti, per partecipare e ritrovarsi nei "giochi" dello stesso Milic.
Il film estremamente divertente, delirante, comico e sprezzante, ha però nel fondo una satira sociale fortissima e una protesta ideologica evidente.
L'America, gli americani, le teste di cuoio violente e ottuse, sono presentati come i veri conquistatori, che impongono una filosofia di vita troppo diversa, troppo lontana dalle tradizioni yugoslave.
Il supermercato è stracolmo di prodotti ultrafamosi, che vengono evidenziati tanto da superare la citazione, da farli diventare "segno" costante.
"Jagoda" non è una freccia che con precisione colpisce il centro, ma al contrario un movimento apparentemente incontrollato, che mentre procede come una palla di neve su una discesa, si ingrossa e abbatte più di un bersaglio.
Travestito da commedia, a tratti da comicità gag, il film comunica energia senza curarsi di chi è intorno a osservare; le situazione grottesche si sprecano e ridicolizzano il mondo occidentale.
Milic dà vita ad un universo caotico e irrequieto, ripreso con nervosa macchina a mano e sgranatura digitale, dove infatuazione fa rima con ribellione, i personaggi traslano nel loro vero "altro" mentre la vita rimane sempre troppo grande... |