Giù nella valle di San Fernando la vita scorre lenta per un nucleo famigliare composto da un padre autoritario che difficilmente riesce a gestire una figlia adolescente e ribelle ed un figlio silenzioso ed introverso. La ragazza sembra però trovare finalmente un punto di riferimento in Harlan, un cowboy approdato nella valle nel tentativo di provare a riconciliarsi con la vita di città. I due si innamorano e passano momenti bellissimi finché il padre non si intromette e si oppone decisamente al ragazzo. Il padre della giovane è un poliziotto, magari non adatto ad educare una coppia di adolescenti, ma bravo invece nel suo mestiere, ed ecco allora che, sé all’inizio può sembrare eccessiva la sua reazione, man mano che vediamo il comportamento del ragazzo ci accorgiamo che la sua diffidenza è giusta. Il cowboy al principio piace, educato ed a modo, caratteristico nei suoi abiti e nei suoi gusti, totalmente estraneo alla vita in città e capace quindi di coglierne e sottolinearne le contraddizioni più profonde. Ma andando avanti ci si rende conto di come si costruisca una realtà fittizia con le sue parole che spesso differiscono dalla realtà, fino a che la giovane sente che qualcosa non quadra. Accecato dalla follia Harlan sparerà al suo amore rivelandosi per quello che realmente è: uno psicopatico appena uscito di galera, ma per nulla un vero cowboy, dal nome alla vita passata tutto frutto della sua immaginazione.
Film lento, che parte da spunti interessanti ma dice alla fine ben poco, in cui spicca il nome di Edward Norton ma che comunque non regala un’interpretazione tale da elevare il livello mediocre del film, a parte un’ottima prestazione con le pistole. |