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Recensione: Danny the dog

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Danny the dog
titolo originale Danny the dog
nazione Francia / Gran Bretagna / U.S.A. / Hong Kong
anno 2005
regia Louis Leterrier
genere Azione
durata 103 min.
distribuzione 01 Distribution
cast J. Li (Danny) • M. Freeman (Sam) • B. Hoskins (Bart) • K. Condon (Victoria) • A. Beckwith (Righty)
sceneggiatura L. BessonR. Kamen
musiche M. Attack
fotografia P. Morel
montaggio N. Trembasiewicz
uscita nelle sale 10 Giugno 2005
media voti redazione
Danny the dog Trama del film
Da quando Bart ha sottratto Danny alla strada quando questi aveva 4 anni, l’ha sempre trattato come un cane, addestrandolo letteralmente ad attaccare. Danny oggi è la sua arma per eccellenza, capace al primo ordine di gettarsi su chiunque senza lasciargli il minimo scampo. Tagliato fuori dal mondo, Danny non ha altra scelta che accettare questa esistenza da bestia sino a che, per caso, non incontra Sam, un cieco che si guadagna da vivere accordando pianoforti. Sam e sua nipote Victoria faranno scoprire a Danny un’umanità che sino ad allora gli era sconosciuta, o meglio vietata. In seguito a questo incontro il suo modo di vedere la vita subirà un cambiamento irreversibile. A partire da quel momento, Bart e la sua banda preferirebbero vederlo morto piuttosto che libero e Danny cercherà di divenire finalmente se stesso e scoprire i segreti e le circostanze che riguardano il suo passato. Per sfuggire alla sua condizione, Danny dovrà rompere le sue catene continuando a proteggere quella che ormai è diventata la sua famiglia. Sarà il suo ultimo combattimento, il più pericoloso di tutti...
Recensione “Danny the dog”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 6)
"Brutti, sporchi e cattivi."

Sopraffazione e disperazione. Nel bene e nel male. In nome di quell'inimitabile ritmo dell'improvvisazione 'scenografica'. Perché Louis Leterrier è stato capace di sviluppare ulteriormente la sua provocante costruzione urbana, quel suo enfatico, sovra espresso, illuminato e musicato teatro 'della strada': dove si confondono brutalità realistica e provocazione musicale.
Pur ereditando gli schemi tipici del film 'criminale', il regista riesce a piegarli al proprio volere: che è quello di relativizzarne gli estremi, di avvicinare alla violenza più tragica l'interrogazione provocata dall'umorismo incerto, dallo sguardo quasi coreografico sull'ambiente.
Ritmi, cadenze, organizzazioni tematiche. Per il desiderio di sfuggire da quegli schemi che sono anche quelli delle conclusioni ineluttabili dello spazio scenico, per sfociare in una sorta di intimità del riscatto, pericolosamente desiderio di cambiamento. Di disturbo: nei confronti di chi si aspettava le conclusioni solite del thriller. Nel ritmo indiavolato, con lucido distacco.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Utente di Base (4 Commenti, 66% gradimento) genjiskhan 14 Maggio 2013 ore 15:46
voto al film:   6,5

Utente di Base (0 Commenti, 0% gradimento) martella 7 Marzo 2012 ore 19:03
voto al film:   5

Utente di Base (39 Commenti, 54% gradimento) bartman 19 Aprile 2011 ore 13:00
voto al film:   6

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