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Recensione: Nelle tue mani

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Nelle tue mani
titolo originale Nelle tue mani
nazione Italia
anno 2007
regia Peter Del Monte
genere Drammatico
durata 100 min.
distribuzione Teodora Film
cast K. Smutniak (Mavi) • M. Foschi (Teo) • L. De Santis (Madre di Teo) • S. Saltarelli (Padre di Teo) • L. Bartoli (Padre di Mavi) • E. Solofra (Caterina)
sceneggiatura P. Del MonteM. Pellegrini
musiche P. Silvestri
fotografia M. Carosi
montaggio E. Manoni
uscita nelle sale 14 Marzo 2008
media voti redazione
Nelle tue mani Trama del film
Teo è uno studente di astrofisica e divide un appartamento con la compagna, Carla, anche lei studentessa. Una sera, mentre attraversa distrattamente la strada, viene investito da un’auto: alla guida c'è Mavi, una ragazza originaria di Spalato, arrivata in Italia insieme al padre quando era ancora bambina. Teo è riverso a terra, ferito, e Mavi lo soccorre, lo porta in ospedale e gli dona il suo sangue, per poi scomparire nel nulla. I due si ritroveranno per caso solo qualche tempo dopo, finendo per stabilire da subito un legame forte e profondo.
Recensione “Nelle tue mani”
a cura di Riccardo Rizzo  (voto: 5)
Nelle tue mani segna il ritorno alla regia di Peter Del Monte, ai più conosciuto per il discreto successo ottenuto con "Controvento", presentato al Festival di Berlino sette anni fa. Le delicate ed eleganti atmosfere del film, che vedeva come protagonisti Margherita Buy, Valeria Golino ed Ennio Fantastichini, cercano respiro anche nella storia (d’amore) tra Mavi e Teo, una storia confusa e complessa, come la narrazione nella quale si perde. Negli oscuri meandri di un rapporto conflittuale e improbabile si cela la voglia di scoprire le segrete sinfonie che uniscono i due protagonisti, nettamente e irrimediabilmente diversi e divisi, ma nonostante questo attratti da qualcosa che la razionalità non comprende. L’idea è interessante, ma fin dai primi minuti si percepisce che qualcosa non funziona, e l’incidente che genera l’incontro-scontro, incipit del film, ne è il primo avvertimento; gli occhi della Smutniak e lo sforzo di Foschi nel rendere credibile un personaggio molto improbabile riescono reggere una sceneggiatura con diversi pregi e molti difetti, primo fra tutti la voglia di mettere troppa carne al fuoco.
Raccontare gli spettri di un dolore, dal quale nasce il dramma di una donna che fa di tutto per distruggere quanto di più caro, richiede intimità e concentrazione. E’ difficile trovare emozioni nel miscuglio di storie che vengono presentate: l’instabilità di Mavi, l’incertezza e i problemi del lavoro di Teo, la morte del padre…
Il racconto finisce con l’andare “fuori tema”, rendendo quasi irreali e paradossali le crisi della donna, dimostrando che effettivamente qualcosa non ha funzionato; a questo si aggiunge la fastidiosa necessità di spiegare ogni teoria proposta nel film, quasi a voler imboccare uno spettatore-televisivo.
Dopo sette anni, era lecito aspettarsi di meglio.
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