Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: Un uomo qualunque

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Un uomo qualunque
titolo originale He Was a Quiet Man
nazione U.S.A.
anno 2007
regia Frank A. Cappello
genere Commedia
durata 95 min.
distribuzione Onemovie
cast C. Slater (Bob Maconel) • E. Cuthbert (Vanessa) • W. Macy (Gene Shelby) • S. Knopf (Paula) • J. Jones (Scott Harper) • C. Lawson (Nancy Felt)
sceneggiatura F. Cappello
musiche J. Beal
fotografia B. Trost
montaggio K. Morri
uscita nelle sale 22 Febbraio 2008
media voti redazione
Un uomo qualunque Trama del film
Bob Maconel è un anonimo impiegato in una moderna metropoli. Vive nell'ombra, lavora nell'indifferenza, soffre in silenzio. Arriva però il giorno in cui non è più disposto a subire. Ma anche quel giorno il destino gli gioca uno scherzo beffardo. Qualcuno ha deciso di ribellarsi prima di lui. Agli occhi di tutti Bob Maconel diventa così un eroe. Da uomo qualunque a star: sarà in grado di rivestire questo ruolo?
Recensione “Un uomo qualunque”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 6)
L’anima (disincantata) di un uomo. Smarrire la conoscenza di se stesso: una scelta morale relativamente libera. La fragilità del desiderio coraggiosamente simbolico diventa allora uno spaccato interpretabile (generoso di autocelebrazione), corretto dall’humour corrosivo e delirante di un felice 'naufragio' contestuale: la contraddizione del sentimento umano quando è confrontato all'ambiente che lo circonda. Vertigine del malessere esistenziale, la progressione drammatica del racconto (crimini invisibili) sottolinea perciò il raggiungimento di quel 'modernismo tormentato' che, grazie ad un contatto inedito e autentico con la realtà non è mai arido e schematico: ma raggiunge al contrario quella carica 'affettiva' che lo rende itinerario poetico, estetico, che sposa quello mentale del protagonista. Anche i sogni vengono risucchiati. Con quelle conseguenze di dipendenza vitale dall’analisi di uno sguardo riciclato dall'autopsia del potere, fino all'estremo più intimo di ogni individuo; scavare in quei fotogrammi improvvisamente emotivi alla ricerca di nuovi stimoli d'ispirazione: è proprio qui, con le immagini video 'avvelenate' - pur sempre da 'giocattolo', che il film si fa, più di qualche istante, riuscito. E lascia intravedere qualche sorta di genuina meditazione marginale: i meriti di quella fatica, di quella riflessione creativa, di quella felicità di filmare con originale equilibrio 'instabile' ed obliquo nella densità delle atmosfere, dei colori e dei suoni, conferiscono al film una vitalità, una presenza intelligente che realizza quasi inaspettatamente le sue aspirazioni.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Utente di Base (3 Commenti, 66% gradimento) Epo11 14 Maggio 2012 ore 22:39
voto al film:   7

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