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Il giovane Charlie Bartlett è stato cacciato da tutti gli istituti privati in cui la sua famiglia benestante lo aveva mandato a studiare. Per cercare di calmare il suo carattere esuberante, lo hanno affidato alle cure di uno psichiatra e ora lo hanno iscritto ad una scuola pubblica. Charlie, dopo il difficile impatto con i nuovi compagni, si guadagna ben presto la popolarità grazie ad un attenta osservazione e ad un ingegnoso espediente: resosi conto del disagio che dilaga tra i suoi compagni, tutti affetti da qualche disturbo della psiche tipico dei giovani moderni, si improvvisa a sua volta psicologo e trasforma il bagno dei maschi nel suo studio dove ricevere i 'pazienti', ma soprattutto inizia a spacciare le 'pillole miracolose' che di volta in volta si fa prescrivere dal suo medico curante. Tuttavia, il brillante e intraprendente Charlie non ha fatto i conti con l'astuto e inflessibile preside. |
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La farsa si è fatta satira dapprima, ed ora commedia, o forse 'tragicommedia'. Nel genere ironia e derisione, evviva il nonsenso, un calcio alle 'istituzioni' ed uno smacco agli utopici benpensanti: quella di "Charlie Bartlett" è la storia di un 'innocuo' studente indisciplinato, e del brillante ritratto comico dei suoi problemi esistenziali e quelli della sua generazione.
La finzione nel tipo d'immagine della fantasia che maggiormente ci dà l'impressione di 'verità': mai completamente svitato, mai veramente esilarante, la pellicola di Jon Poll è un film dalle situazioni, gli ambienti ben costruiti, curiosi e sapienti come potrebbero essere quelli di un romanzo cinematografico alla Wes Anderson. Ciò che non si capisce esattamente è se questa intelligente quanto 'confusa' riflessione alla ricerca di un'identità 'beffarda' e l'invenzione di una forma 'sensoriale' convincente (l'osservazione dissacrante) dipenda dall'incapacità dell'autore di raggiungere una dimensione veramente critica ed assurda. Oppure, da una volontà precisa di frenare gli 'effetti espressivi': per situarsi in una zona di originalità più che a disposizione nel panorama convenzionale del cinema americano di questi tempi. Jon Poll è quindi padrone del proprio mestiere, più del contenitore che del contenuto: più compiaciuto che veramente coinvolto dalle sembianze 'intellettuali', fisiche e psicologiche di una storia 'informale'. |
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