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Ma stiamo scherzando. Ma come si fa a propagandare per buono un film di una mediocrità disarmante? Ma come si fa a finanziare una cosa del genere? Ma come si fa a dire che Gabriel Garko può recitare? Lui non deve, non deve assolutamente, recitare. Bisogna adottare una legge, forse anche costituzionale, da anteporre anche a l'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Questa legge deve recitare: Gabriel Garko non è un attore. Gabriel Garko non sa recitare. Gabriel Garko non deve recitare. Far recitare Gabriel Garko è un delitto contro il buon gusto e l'intelligenza del genere umano.
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La versione femminile e pop del lacrimevolissimo (e tutt'altro che indimenticabile) film di Comencini non lascia il segno: Asia Argento tenta la carta del grottesco ma non la gioca fino in fondo, tenendo aperta la strada dell'intimismo e del romanzo di formazione. Nell'intrecciarsi di registri e di colori, a spiccare è soprattutto la recitazione della giovanissima Giulia Salerno e della sempre ammirabile Charlotte Gainsbourg.
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