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La sua carriera di attore è stata fantastica, la sua vita privata disastrosa. Brillante allievo dell'Actor's Studio, nel 1947 debutta a teatro in Un tram che si chiama desiderio e, nel 1950, fa il suo esordio cinematografico con Uomini. I primi 25 anni di professione sono strepitosi: vince l'Oscar nel 1954 per Fronte del porto e porta sullo schermo personaggi entrati nella storia come Il selvaggio (1954), I giovani leoni (1958), La caccia (1966), Il Padrino (1972) e Ultimo tango a Parigi (1972). Dal carattere brusco e scostante, con una personalità debordante, sfida l'industria hollywoodiana mandando a ritirare l'Oscar vinto nel 1973 da un giovane Apache, per denunciare lo sfruttamento dei nativi americani. Passata la cinquantina, ingrassa e invecchia precocemente, perde tutto il fascino e si incupisce sempre più per i suoi drammi privati (ha avuto tre mogli e sette figli). Esige cachet spropositati e alcune sue prove sono francamente imbarazzanti, ma rimane un outsider straordinario, che, pur con tutti i suoi difetti, non si è piegato alle leggi dello show business. |
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