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James Clayton è un giovane molto brillante appena assunto dalla CIA. La sua non comune intelligenza attrae l'attenzione del veterano Walter Burke che lo aiuta a capire i difficili ingranaggi del lavoro e il modo di superare i numerosi ostacoli. Grazie all'aiuto di Burke, Clayton viene assegnato ad uno speciale dipartimento. |
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“Niente è ciò che sembra”
Spesso, forse sempre, nei film americani sulla “divina” CIA la realtà appare come un mondo infido, nel quale si rischia di essere trascinati via da miraggi straordinariamente verosimili che si trasformano però rapidamente in gorghi mortali e truccati. Regola numero uno appunto il continuo sospetto, il continuo tradimento, scheletri nell’armadio e fantasmi che continuamente sgusciano dalla strada. Uno di loro è il protagonista giovane mago del computer e non solo, James Clayton. Colin Farrel è bravo ma spesso dimentica che non basta solo la presenza a dare spessore ad una scena.
Un giorno lo avvicina il misterioso Walter Burke, facendogli intendere di conoscere molte cose sul padre morto e vissuto misteriosamente. L’esca raggiunge il suo scopo e il giovane si ritrova, senza neanche sapere come, reclutato in una scuola di addestramento della CIA. Su suo padre scopre ben poco, ma in compenso viene catapultato in un gioco di specchi paranoico e surreale, ulteriormente complicato dal fatto che James s’innamora di un’affascinante e ambigua compagna di corso.
Il regista Donaldson conosce bene il genere e in effetti consegna allo spettatore un meccanismo oliato e godibile e un Al Pacino come sempre imbattibile per questi ruoli. L’appunto che si può fare invece è nella storia, se il film regge la trama non sussiste, surreale dall’inizio alla fine, con colpi di scena prevedibili e troppo “concettualmente americani”
In conclusione: il film è vedibile ma il cervello funziona meno che in altre occasioni. |
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