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Recensione: Due volte lei

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Due volte lei
titolo originale Lemming
nazione Francia
anno 2005
regia Dominik Moll
genere Drammatico
durata 129 min.
distribuzione Lucky Red Distribuzione
cast L. Lucas (Alain Getty) • C. Gainsbourg (Bénédicte Getty) • C. Rampling (Alice Pollock) • A. Dussollier (Richard Pollock) • J. Bonnaffé (Nicolas Chevalier)
sceneggiatura D. Moll
musiche D. Whitaker
fotografia J. Fabre
montaggio M. Fromentin
uscita nelle sale 31 Marzo 2006
media voti redazione
Due volte lei Trama del film
Benedicte e Alain sono una coppia di giovani sposi. Lui è un ingegnere che si occupa di robotica domestica e i due si sono appena trasferiti in una nuova casa. Una sera, Alain invita a cena il suo capo, Richard Pollock, insieme alla moglie Alice. L'arrivo della coppia turba da subito l'armonia della casa: c'è tensione nell'aria e il terrore di commettere errori. La situazione precipita quando il lavandino rimane intasato e dallo scarico viene tirato fuori il cadavere di un roditore. Alain e Benedicte perdono la calma e si lasciano sconvolgere la loro esistenza dal sopraggiungere dell'irrazionale...
Recensione “Due volte lei”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 6,5)
"In gioco resta sempre il buio allucinato."

Sussurri insinuanti e grida falsamente liberatorie. Sguardi (e) omicidi. L’illusione costituita dal fantasma di una libertà in grado di condurre fuori dello schermo. Camera (con vista) che separa il film da chi guarda; solamente attraverso lo sguardo è possibile dare un senso al mondo. Allora l’immagine vorrebbe spiegare come questo film, all’apparenza così aggrovigliato, abbia piuttosto il carattere di uno scavo drammatico compiuto con l’intrusione della fantasia e in uno stato di sogno, quasi andasse alla scoperta di una 'soluzione' sconosciuta. Nei vissuti e nelle visioni.
Cinema per forza verso la fallibilità emotiva. Una diretta allegoria della vita contemporanea, imputridita dai germi della corruzione e dalla furia di godere: nelle figure la proiezione dei propri interrogativi umani e artistici, nei gesti repulsivi dei personaggi e negli sguardi torbidi, dove fanno ingorgo gli stimoli della carne e la smorfia della virtù è sentita come l’invocato approdo di un viaggio. "Due volte lei" esplora 'miti' e 'leggende' dalla forma esistenziale, preparando il terreno per l’irruzione dell’irrazionale in un ambito che a priori è più che normale, 'caricando' lo spettatore di seduzioni fantasiose che disperdono i sensi e rimescolano le carte, ombre e fobie, ma finendo col rinchiudere l’astratto 'furore' dalla valenza simbolica, nella sua 'brutale' evidenza di 'storia particolare' (stereotipi). Cercando di ritrovare (creare) una coerenza interna alle immagini, il tedesco Dominik Moll finisce per smarrirsi nella sinuosa tensione furtiva di un thriller psicologico ricco di spunti e notevole originalità, ma che non rinuncia a flirtare con i manierismi e le convenzioni del genere: l’occhio che spia ogni oggetto e ferisce, in primo luogo, se stesso.
Presentato in concorso a Cannes 2005.
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