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In una cella della sezione psichiatrica di un carcere César racconta allo psichiatra come è finito lì. Giovane, attraente, ricco e desiderato dalle donne, César conosce Sofia e se ne innamora. La sera stessa il giovane accetta un passaggio in macchina da una sua spasimante, Nuria, ma la vettura esce di strada, la ragazza muore e César resta sfigurato. Un giorno, Nuria torna e dice di essere Sofia: César comincia a dubitare della sua salute mentale. |
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Apri gli occhi, e il mondo felice e sicuro che ti circonda inizia a sgretolarsi lasciandoti solo e senza più certezze. Ecco cosa succede se ad una persona che ha tutto si toglie proprio quella cosa che oggi è tanto importante per aver successo nella vita: la bellezza esteriore.
Orfano dei genitori che gli hanno lasciato una fortuna in una catena di ristoranti, César è un giovane bello e ricco che gioca con donne e macchine nella spensieratezza dei suoi venticinque anni.
Lo stesso ragazzo è rinchiuso in una cella di un carcere psichiatrico, dove un medico cerca di fargli ricostruire il puzzle di ricordi confusi in cui sembra esser rimasto imprigionato.
Come ha fatto a finire lì? Perché ha fatto quello che ha fatto?
Tutto è iniziato il giorno del suo compleanno. Alla festa nel suo appartamento il suo amico di sempre, Pelayo, si presenta con una bellissima ragazza di nome Sofia. César rimane colpito e corteggia la ragazza con la naturalezza di un esperto cacciatore, senza preoccuparsi troppo dell’amico, abituato all’insuccesso con le donne, e anche per sfuggire all’insistente Nuria che nutre per lui una vera e propria ossessione. La serata per i due va avanti e César sente qualcosa di più, forse questa è veramente la volta giusta.
Ma Nuria lo ha seguito, e, insistendo, riesce a farlo salire in macchina. La ragazza non riesce a toglierselo dalla testa, e mentre l’auto sfreccia veloce perde il controllo di sé e dell’auto. Nuria muore, César no, ma rimane sfigurato irrimediabilmente, tanto da dover portare una maschera per riuscire a guardarsi allo specchio. E così i sogni fatti sfumano, tutto crolla, e la bella Sofia riesce a malapena a guardarlo trattenendo una smorfia di disgusto e paura. Anche l’amico gli è vicino più che altro per dovere, scoprendosi per la prima volta il più interessante dei due. César si lascia allora andare all’alcol in una nottata molto confusa, per svegliarsi la mattina sul bordo di un marciapiede. Ed è come se fosse stato colpito da un incantesimo. Sofia torna da lui, la storia d’amore continua lì dove era stata interrotta, e al medicina compie il miracolo restituendogli la faccia come se nulla fosse accaduto. Troppo bello per essere vero. Ecco infatti che questo sogno inizia piano piano a sgretolarsi. Appaiono delle piccole crepe, delle incongruenze, e una mattina al suo fianco non c’è più Sofia, ma Nuria. Nessuno gli crede, tutti riconoscono in Nuria Sofia, lo stesso Pelayo e le foto e i ritratti lo confermano. Confuso su chi sia veramente la donna César finisce per ucciderla, il suo volto ritorna deformato e lui viene rinchiuso.
Ma se tutto questo fosse solo un sogno? Una realtà virtuale in cui si sia fatto rinchiudere per vivere una vita migliore in attesa di poter guarire? In attesa che la scienza abbia gli strumenti adatti a ricostruirlo come era prima dell’incidente? Allora tutto dalla notte passata sul marciapiede in poi sarebbe solo una fantasia generata dalla sua mente mentre il corpo criogenizzato dorme in attesa del risveglio, in attesa di aprire gli occhi!
Una fotografia interessante ed un’ottima colonna sonora scritta dallo stesso sceneggiatore e regista Amenábar, che ci regala un prodotto sullo stile dei migliori thriller fantascientifici hollywoodiani, ma di cui, se pensiamo essere una produzione totalmente europea, fra Spagna, Francia e Italia, capiamo ancor di più la difficoltà di realizzazione, che ad uno sguardo generale presenta indubbiamente delle forzature nello svolgimento della storia e manca di chiarezza in alcuni punti, ma la sua forza sta nel basarsi su di un’idea interessante e capace di fornire molteplici spunti interpretativi. |