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Recensione: Beautiful country

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Beautiful country
titolo originale Beautiful country
nazione U.S.A. / Norvegia
anno 2004
regia Hans Petter Moland
genere Drammatico
durata 125 min.
distribuzione Lady Film
cast N. Nolte (Steve) • T. Roth (Capitano Oh) • D. Nguyen (Binh) • B. Ling (Ling) • T. Morrison (Snakeyes) • M. Thi Hoa (Wa)
sceneggiatura S. Murray
musiche Z. Preisner
fotografia S. Dryburgh
montaggio W. Rønseth
uscita nelle sale 16 Giugno 2006
media voti redazione
Beautiful country Trama del film
Un giovane vietnamita è cresciuto con la madre adottiva in un piccolo villaggio senza sapere nulla del suo passato e dei suoi genitori. Un giorno nella città di Ho-Chi-Minh-Ville incontra finalmente sua madre, ma lei stessa non sa rispondere con precisione alle domande che lui le pone. Del padre del ragazzo ricorda soltanto che aveva dei piedi molto grandi e che veniva dal Texas.
Recensione “Beautiful country”
a cura di Andrea Peresano  (voto: 7)
Un film sul difficile tema dell'immigrazione clandestina, sul razzismo e sulla follia della guerra. Binh è un giovane mezzosangue di madre vietnamita e padre americano, sospeso tra due terre, senza patria nell'una o nell'altra, disprezzato da chi gli sta intorno in entrambi i luoghi. Dopo aver passato i primi anni della sua vita come servo presso lontani parenti che lo ospitano, con lo sguardo sempre rivolto al suolo, un giorno prende il coraggio per intraprendere il viaggio alla ricerca di se stesso verso il paese bellissimo, gli Stati uniti.
Il primo passo è trovare sua madre, e con lei scoprire un fratellino inaspettato. In questa città del Vietnam, Binh aiuta la madre a servire presso una ricca famiglia, tenendo ancora gli occhi bassi in presenza degli altri, con l'unica immagine di chi gli sta intorno nelle scarpe che indossano. Una tragedia interrompe il momento felice che finalmente sembravano vivere. Bisogna fuggire, continuare il viaggio, ma la madre non può seguirli, manda in salvo la sua vita affidando il più piccolo alle cure del più grande.
Inizia la tremenda traversata dell’oceano, passando attraverso un campo di prigionia in cui i due fratelli fanno la conoscenza di una bellissima e tristissima ragazza cinese. Binh continua a scoprire le bellezze della vita, i sentimenti di affetto, ed inizia ad alzare lo sguardo. Il viaggio continua su di una enorme prigione galleggiante guidata da un ambiguo Tim Roth, dove mercanti di schiavi vendono l’inferno come salvezza, in questo viaggio allucinante il piccolo fratellino non sopravviverà.
Finalmente gli Stati Uniti, Binh è ormai un uomo, e dopo aver salutato la ragazza, ormai persa in un quel mondo, riesce a fuggire dagli schiavisti e dalle cantine dei ristornati orientali dove era stipato e sfruttato. Nel miglior stile on the road, grazie a vari passaggi Binh attraversa le distese americane e raggiunge il Texas completando un percorso il cui epilogo è l'incontro tanto sognato con il padre.
In un ranch in mezzo alla prateria, mentre ripara un recinto malandato, un vecchio e cieco Nick Nolte gli racconta di un bellissimo paese, il Vietnam, dove tanto tempo fa amò una donna meravigliosa da cui ebbe un figlio.
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