I fratelli Pang tornano sul luogo del delitto, per dare un successore al loro apprezzato horror “The Eye.”
“The Eye 2”, sempre diretto dai gemelli Oxide e Danny Pang (Bangkok Dangerous), arriva a due anni di distanza dal fratello minore e prova a muoversi sugli stessi binari di maturità spirituale da horror del nuovo millennio.
Nel primo il tema portante era la mutevolezza della percezione sensoriale, in questo le ambizioni salgono di livello e parlano di materie come la spiritualità, la nascita e la reincarnazione.
Joey, praticamente abbandonata a se stessa, affronta i temibili fantasmi di due città; Bangkok, anche se per poco, e Hong Kong, location principale.
I fratelli Pang continuano a dimostrare un'innegabile abilità tecnica a fronte di un soggetto stiracchiato che vive alla giornata, e illumina di un buio poco scintillante le tetre notti metropolitane. Un deciso distacco dei fratelli Pang dal caratteristico stile visivo che aveva caratterizzato (ed aiutato) “The Eye”.
Colpi di scena prevedibili ma funzionali, musiche ad effetto, lampi di fotografia, grafica digitale usata in maniera non disdicevole, non bastano a sollevare l’epilogo finale. “Spiegato” troppo in fretta, influenza l'ultima metamorfosi; la fusione totale tra perfezione formale, budget elevato, aspirazioni e finezze narrative.
Probabilmente se la struttura della storia fosse proseguita lungo tutti i concetti propri della cultura orientale, senza sconfinare nel soprannaturale, magari con un maggior approfondimento delle figure di secondo piano che accompagnano Joey, la sua riuscita sarebbe stata sicuramente migliore. |