Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: The Eye (2008)

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The Eye
titolo originale The Eye (2008)
nazione U.S.A.
anno 2008
regia David MoreauXavier Palud
genere Horror
durata 97 min.
distribuzione Mediafilm
cast J. Alba (Sydney Wells) • P. Posey (Helen Wells) • R. Serbedzija (Simon McCullough) • A. Nivola (Dr. Paul Faulkner)
sceneggiatura S. Gutierrez
musiche M. Beltrami
fotografia J. Jur
montaggio P. Lussier
uscita nelle sale 4 Aprile 2008
media voti redazione
The Eye Trama del film
Sydney Wells è una violinista famosa a Los Angeles. Intelligente, molto dotata, e fortemente indipendente; è cieca, il risultato di una tragedia che le è capitata durante l'infanzia. Sydney si sta per sottoporre ad un doppio trapianto di cornea che le ridarà la vista dopo più di due decenni di cecità. Dopo l'intervento, il neurologo Dr. Paul Faulkner è incaricato di aiutare Sydney ad affrontare il difficoltoso adattamento che seguirà al riacquistare la vista e a dare un senso a ciò che comincia a vedere. Con il supporto della sorella maggiore, Helen, il mondo di Sydney lentamente comincia a venire messo a fuoco. Ma la felicità di Sydney ha vita breve. Inspiegabili, strane e spaventose immagini iniziano a perseguitarla...
Recensione “The Eye”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 4,5)
Inquadrature-ricordo nell’occhio dei codici tematici e visivi del genere (abuso di potere); inespressiva panoramica drammaturgia (idealistica) dell'estetica 'irrazionale', artificialmente incollata sulle labbra dei malcapitati attori, e ripercussioni psicologiche di un itinerario metafisico (ricostruzione burlesca), descritto nella sapienza (o presunzione) gelida di un film condizionato da un vistoso malessere 'generazionale' (The Eye, 2002): il cinema coraggiosamente simbolico esaminato come procedimento a specchio, ad incastro, nel quale il mezzo filmico si innesta in una produzione che cerca di imporsi piuttosto maldestramente in virtù di una qualche forma di 'alter-ego' sperimentale (l'essenza stessa a spirale), se non nello sguardo quantomeno nel racconto. Inutile sottolineare come tutti questi nobili propositi siano presto destinati a sgonfiarsi sensibilmente.
Togliere la 'tensione emotiva' dell'attore significa ridurlo - in questo caso - ad un'approssimazione 'glamour': dietro un mestiere certamente brillante dei due registi francesi, i personaggi e le situazioni si lasciano tentare dalla patetica 'verità' (nascosta) delle idee piuttosto che da quella, tanto più superficiale delle immagini. Qui, nell’incertezza di una suspense aviatoria osservata sul filo di una geometria 'essenziale', il tutto è terribilmente scontato e prevedibile. Irrimediabile e delirante il naufragio.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Utente di Base (3 Commenti, 66% gradimento) Epo11 15 Aprile 2012 ore 19:23
voto al film:   5,5

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