Horror citazionista: il vampiro inseguiva l'eroe, nella comoda, ed ovviamente facile situazione, di trovare presto un alleato. Ma alla fine si tratterà di lottare per la propria ed altrui sopravvivenza.
Sceneggiatore di un precedente progetto, abile, quanto prevedibile e scontato remake "The Eye", Sebastian Gutierrez (già autore di Gothika) si diletta di un genere certamente affascinante, ma che richiede un senso della misura proprio nella sua dismisura, l'horror e il gotico. Proprio al contrario, "La setta delle tenebre" si è buttato in pasto alla peggior tradizione hollywoodiana del genere: rantoli e sospiri, neon traballanti e lampadine fulminate, sviolinate angosciose e soprassalti da fine serie (televisiva o serie b).
Un viaggio che 'regge la fiaba': qui, nell'incertezza fra il suspense aviatorio, e l'universo di tutti gli ultimi precedenti del filone fantastico, tutto è terribilmente scontato e prevedibile. Con uno stile rarefatto, che non può che privilegiare l'assenza di ogni azione significativa e l'affermazione di lunghe citazioni, ogni tentativo intelligente ed originale è il riuscito 'paradosso' finale; con l'evidente bug implicito di essere risucchiati nella prevedibilità di un irrimediabille spirale (in)espressiva. Così le sequenze 'originali' o spettacolari sono solamente il buon auspicio prima dell'atroce conferma: il fantastico è di moda, e tutti ci provano. |