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Nell'estate del 1980 la pediatra Barbara è rimossa dal suo incarico a Berlino per aver chiesto un visto per la Germania Ovest. La donna è destinata a un ospedale di uno sperduto paesino di campagna dove, però, conta di non restare troppo: il suo fidanzato, fuggito all'Ovest, sta pianificando la sua fuga. Cercando di non destare sospetti tra i colleghi, e certa di essere controllata dalla Polizia, Barbara giocherà una partita non facile e dall'esito incerto. |
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News sul film “La scelta di Barbara” |
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62° Festival di Berlino: vinconi i fratelli Taviani con "Cesare deve morire" (18 Febbraio 2012)
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Torna a trionfare il cinema italiano: il vincitore del 62° Festival di Berlino è “Cesare deve morire” di Paolo e Vittorio Taviani; il premio del pubblico va a “Diaz - Don't clean up this blood” di Daniele Vicari. Il secondo premio, ovvero il Gran Premio della Giuria (presieduta da Mike Leigh, premiato qui quattro anni fa con l’Orso d’argento e, negli ultimi 15 anni, vincitore sia a Cannes che a Venezia) va a “Just The Wind” di Benedek Fliegauf. Miglior regista è Christian Petzold per “Barbara”, miglior sceneggiatura è quella di “A Royal Affair”, per il contributo artistico è stato scelto di premiare la fotografia di “White Deer Plain”.
I premi per la recitazione vanno a Mikkel Boe Følsgaard per “A Royal Affair” e a Rachel Mwanza per “Rebelle”. Premio Alfred Bauer a Miguel Gomes per “Tabu”. Ulteriori approfondimenti nel nostro Speciale. [...] |
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bello il fatto che è parlato poco, e belli e bravi i due attori a renderlo possibile, mi sono piaciuti soprattutto quando vanno in bicicletta. la scontrosità di lei è un po' troppo accentuata e insistita, forse perché su di essa si suppone che possa reggersi per intero tutto il film, il quale invece se si fosse retto anche su qualche altra cosa sarebbe stato più bello. insomma niente di eccezionale e in realtà di nuovo, ma comunque un buon film.
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7,5
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La storia di una sorta di Eveline del nostro tempo, o di un tempo da poco trascorso. Un tempo di angosciante grigiore e sopportazione, di umiliazione, ma un tempo che alla fine vale la pena vivere e soffrire, per tentare di cambiare. Maestose le inquadrature degli esterni, allo stesso tempo ariose e mai del tutto stonate rispetto all'atmosfera del film e davvero splendida Nina Hoss.
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La scelta di Barbara |
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