Sono riusciti a fare un film su Leopardi povero di contenuto. Poteva essere una grande avventura umana, mentale, poetica. E invece si batte sempre sullo stesso tasto (il pessimismo del poeta) cambiando solo lo sfondo. Semplificando, si risolve tutto in un'alternanza di poesie (splendide, ci mancherebbe altro) e cartoline italiane da esportazione perfino mal illuminate (ma cosa è successo a Renato Berta?!!). Insomma, non ci sono né "spettacolo" né profondità. A tener insieme il tutto c'è solo l'ottimo Elio Germano, che per una volta, forse complice la gobba, non strafà. Molto buoni costumi e musica.

Devo ammettere che ero molto prevenuto: cinema da 'conventicola', coproduzione con la tv Svizzera italiana poi...chissà che noia, che autocompiacimento intimista, quanti silenzi e non detto passati per profondità. Invece mi sono ritrovato davanti a un talento originale, una voce fresca e personalissima. Tutto di prima mano, mai un cliché. Il film resta un po' da 'Svizzera italiana', ma è comunque qualcosa di diverso rispetto al nostro asfittico panorama cinematografico. Consiglio vivamente alla Rohrwacher di stare lontana da Roma.

Ma perché tutti quegli abbracci, 'dammi il cinque', 'lenticchietta', 'piccoletto', 'ti voglio bene' ecc? E gli attori tutti in overacting (per Gifuni era da mettere in conto...). Peccato perché il film perde in credibilità, è forzato, manca di misura e fluidità. E invece la sceneggiatura, se messa in scena diversamente, poteva regalarci una commedia agrodolce con una profondità certamente superiore alla media italiana. Provaci ancora Bruni!

Un bel film sulla nostalgia dell'innamoramento e dell'amore puro. Uno sguardo originale e delicato su un argomento difficile da trattare senza cadere nel già visto e nella retorica di superficie. Ma è Sofia Coppola (ex 'storica' del regista) che ha influenzato Jonze o viceversa?? Buon cast con una Rooney Mara sempre più bella e brava.

In questo film Verdone mostra tutti i segni del crollo della sua ispirazione. Plot banale, prevedibile, forzato. Recitazione complessiva pessima. E poi il pudore di Verdone nel lasciarsi andare alla comicità guitta che è la sua vera forza. Nei pochissimi momenti in cui lo fa sembra sforzarsi per dare un contentino al pubblico. Prevale un mood malinconico che fa pensare che forse avrebbe voglia di fare un film drammatico. E invece il pubblico lo premia e gli faranno rifare un'altra commedia, speriamo meno inutile di questa.

Per fortuna ogni tanto si fa rivedere il Cinema! Un signore di 72 anni (e una montatrice di 74!) ci regala 3 ore di montagne russe con decine e decine di situazioni e personaggi indimenticabili travolti dalla macchina da presa e dalla solita grande colonna sonora. Appena sotto tono, rispetto agli standard a cui ci aveva abituato, scene, costumi, fotografia (Casino è un'altra cosa: Prieto è 'onesto' ma Richardson…e Ferretti??). Poi che libertà. Sguardo compiaciuto? A me sembra che Scorsese tenga un rigore da accademico. Ci mostra un pezzo di Storia: i veri eversori degli ultimi decenni, i protagonisti dell'ultima rivoluzione, quella dei ricchi contro i poveri che continua dagli anni 80. Il resto è cinema. E il giudizio resta allo spettatore ed è ben rappresentato dalla scena in metropolitana dove il poliziotto osserva la povera gente che lo circonda e sembra chiedersi: ha ragione Belfort o questi qua? E sembra rispondersi che sono le due facce della stessa medaglia (che puzza…).

Sono convinto che Payne sia uno dei migliori registi in circolazione e cha abbia un tocco unico. In questo suo ultimo film però il suo humour sottile è un po' smussato e c'è una dose di troppo di melassa e di prevedibilità. Ma il racconto ha comunque la sua voce inequivocabile, profonda, affettuosa e malinconica, e regala un quadro crepuscolare della cultura occidentale che fa male. Bruce Dern è gigantesco, e non cadete nel luogo comune che dice che a interpretare un vecchio suonato siano capaci tutti.