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Premetto che si tratta di uno strepitoso film di guerra, per chi ama il genere. Detto questo, va aggiunto che anche in quest'occasione Clint Eastwood si manifesta in tutta la sua splendida ambivalenza, potrei anche dire ambiguità. Infatti, sia come regista che come attore, il grande Clint ci mostra costantemente la drammatica dialettica tra lo spirito machista di stampo sciovinista e conservatore, di cui lo stesso è stato spesso inteprete, e lo spirito umanitario, sentimentale, emotivo e dialogante, tipicamente interpretato da figure femminili. Questa dialettica vivace e dinamica conferma la profondità di quest'uomo, il quale, seppur americano fino al midollo, con le sue convinzioni tradizionaliste e conservatrici, vive nel dubbio e nella riflessione. E infatti nei suoi film prevale alla fine sempre la componente femminile, dialogante, aperta e solidarista. Anche in questo film il messaggio finale è una denuncia della guerra e delle sue violenze, che non portano altro che dolore e mor
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Thriller variegato (nel senso che include più aspetti interessanti) che risulta coinvolgente e convincente. Il soggetto e la sceneggiatura sono ben costruiti, gli aspetti psicologici e sociologici appaiono intriganti, gli interpreti risultano efficaci. In particolare il finale del film costituisce una piacevole sorpresa, che fuoriesce dai cliché tipici dei thriller holliwoodiani. Film da vedere.
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