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Orefice Guido, cameriere e poi libraio nell'Italia del ventennio, ha sposato una maestrina ricca, ed è ebreo. Esattamente come il suo vecchio zio, e come Orefice Giosué, il suo bambino. Come tutti gli ebrei, i tre sono stati caricati su un camion, poi su un treno, e portati in un campo di concentramento. Dove Guido, con un coraggio da leone, inventa un gioco, perché Giosué non si spaventi e riesca, magari, a sopravvivere. |
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Ci si potrebbe chiedere com’è possibile intitolare “La vita è bella” un film sull’olocausto. Benigni il provocatore, si dirà…e invece non si può che rimanere commossi dal Benigni poeta, che nelle due ore di film canta il suo inno alla Vita, anche quando il Mondo, questo sì, può essere il peggiore dei mondi possibili. L’idea di salvare il proprio figlio dall’orrore facendogli credere che tutto è un gioco, è una denuncia tanto originale quanto forte. In fondo è un atto estremo di non-accettazione della follia nazista, un non-riconoscerla, non attribuirle importanza. L’equilibrio tra drammaticità e comicità è però perfetto, e nello stesso tempo si ride e si piange. E poi, l’amore…quello di un marito che adora la sua “principessa” e si commuove (e fa commuovere) quando ascolta la Barcarola di Hoffmann, e quello di un padre (ma in fondo l’uno è la continuazione dell’altro) che fino all’ultimo, anche quando va incontro alla morte, ride e scherza perché il figlio possa continuare a credere che la vita sia bella…
Quello che più stupisce del film è la sua dolcezza, che non ci abbandona mai, ma anche la sua capacità di far riflettere ed emozionare, non rendendo banale un argomento trattato troppo spesso in modo criminale da registi alla ricerca di facili guadagni. Benigni no, il suo rispetto è maturo e sentito, la sua recitazione ne è la prova più lampante: mai sopra le righe, mai fuori luogo. C’è talento e poesia, amarezza e ottimismo, irriverenza e rigore morale. Tutto è perfetto e ben calibrato: dalla sceneggiatura di Vincenzo Cerami, alle musiche di Nicola Piovani.
7 nomination e 3 Oscar: miglior film straniero, miglior attore e colonna sonora. Oltre 16 milioni di spettatori in tv. |
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Commenti del pubblico |
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Ultimi commenti e voti |
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Senza entrare nei particolari della diatriba su chi sia più simpatico tra russi e americani, penso che sia più corretto affermare che nessuno abbia vinto la guerra da solo... hanno vinto la guerra tutti quelli che hanno vinto la guerra, e difficilmente si può quantificare chi ha dato di più (e con quali reali interessi...) alla causa, ma soprattutto è evidente che il film non è assolutamente ambientato ad Auschwitz, perciò non mi è molto chiaro su cosa si stia polemizzando...
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purtroppo dispiace leggere certi commenti: la guerra l'hanno vinta GLI AMERICANI ! è il filocomunismo che, nonostante abbia fatto orrori anche peggiori del nazifascismo, tenta di riabilitarsi, ma lasciamo perdere... detto questo, trovo sia un film molto commovente e poetico ma quantomeno inverosimile: vorrei vedere nella realtà quanto sia possibile far apparire un gioco una situazione del genere...
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7
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Benigni con la "La vita è bella" ha realizzato un falso storico con lo scopo di compiacere gli americani e poter così mettere le mani sull' Oscar. Nel film chi è che libera Auschwitz? Gli americani. Ma è un falso clamoroso. Un errore voluto, e non casuale. Viene cambiata la storia affinché il film possa essere venduto in America. Nel film, Benigni fa liberare gli ebrei dagli Stati Uniti e non dall' Armata rossa come avvenne invece nella realtà, trattandosi del fronte orientale: alterando così la verità per scopi politici e strumentali, ha compiuto una mera operazione commerciale. Detto ciò, il film ha la sua poeticità, certo, ed è molto originale e commovente, ma assolutamente inverosimile e anche un po’ sciocco. Bella la musica e la regia. Facendo una media, non posso dare più di 3,5.
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