Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Pesaro 2007 24/06: Una Mostra al femminile

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a cura di Vera Usai
È stata inaugurata domenica pomeriggio la 43ma Edizione della Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro, alla presenza, come già da qualche anno, del direttore Giovanni Spagnoletti e di Bruno Torri, riconosciuto fondatore del Film Festival marchigiano insieme a Lino Micciché nel 1965, al quale non è mancato un doveroso e sincero ricordo.
Ad aprire la Mostra – che, come ogni anno, rivendica la sua impostazione di scoperta di un Cinema Nuovo, originale e artistico nello stile e nei contenuti – la Retrospettiva sul Cinema Italo Americano contemporaneo, con la proiezione del documentario “Prisoners Paradise”, sulla questione dei prigionieri italiani nell’America post seconda guerra mondiale, dell’italiana Camilla Calamandrei. La scelta non è casuale: Camilla Calamandrei è una regista e ciò è indicativo della presenza di quest’anno di un flusso di immagini quasi tutte catturate da uno sguardo al femminile. Il film in proiezione inoltre illustra un rapporto tra italiani e americani per ribadire l’obiettivo di “focalizzare l’attenzione sul cinema italo-americano per meglio comprendere quello americano odierno”, parafrasando le parole di Giovanni Spagnoletti. E a sottolineare il cuore pulsante del Festival, lo sguardo alla guerra. Una guerra che, nell’ambito delle proiezioni in programma nella Sezione “SOS Europa.doc” – presentata subito dopo nella Sala 1 del Teatro Sperimentale – diventa sinonimo di scontro e fonte di conflitto e contraddizione. Un messaggio di SOS è proprio quello che lancia il primo documentario “Hot House”, nome originale in ebraico “Ha’bitchonim” del rumeno Shimon Dotan, che va a raccogliere i sogni di terra e di pace dei detenuti palestinesi nelle “calde” carceri israeliane.
Nel pomeriggio della giornata di ieri, altre due sezioni hanno segnato il loro avvio: quella riservata al “Concorso” con la proiezione del lungometraggio “How is Your Fish Today?”, esordio alla regia della giovane scrittrice cinese Xiaolu Guo, nel quale scrittura e cinema si muovono sullo schermo in un continuo ed affascinante dialogo e la sezione “Retrospettiva” dedicata al cineasta, grafico ed intellettuale basco Ivàn Zulueta con “Un, dos, tres, al escondite inglés”, il suo primo lungometraggio, realizzato con un linguaggio filmico ancora convenzionale e lontano dalla tendenza verso un cinema sperimentale e underground, che caratterizzerà i suoi successivi lavori.
Nell’antica cornice di Piazza del Popolo ha inoltre avuto inizio ieri sera alle 21,45 il ciclo di proiezioni all’aperto che torna a richiamare, come ad ogni edizione, un pubblico sempre più eterogeneo e partecipe – grazie alla possibilità loro offerta di esprimere un giudizio sul film per stabilire l’assegnazione finale del “premio del pubblico”.