|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
"Cidade de Deus" è un progetto di urbanizzazione realizzato negli anni '60 che, agli inizi degli anni '80 divenne uno dei posti più malfamati di Rio de Janeiro. Buscapé è troppo spaventato e sensibile per diventare un criminale, ma troppo intelligente per fare dei lavoretti mal pagati. Cresce in questo posto violento dove ogni cosa è contro di lui, ma scopre di poter vedere la realtà in maniera diversa: dal punto di vista di un artista. Diventerà fotografo e questa è la sua redenzione. |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Tratto dal romanzo omonimo di Paulo Lins, il film racconta la crescita del crimine organizzato a "Cidade de Deus": gli Anni Sessanta della criminalità "romantica" dove una certa innocenza giovanile, sempre violenta, affascina sul ritmo avvolgente di una calda samba. Gli Anni Settanta dell’impero di "Zè Pequeno", giovane "boss" della favelas in rapida ascesa tra musica pop e funk e gli inizi degli Anni Ottanta, della guerra tra bande per il controllo del traffico di droga in sequenze da videoclip d’avanguardia.
Questo il "sapiente" arco narrativo della pellicola, ed in primissimo piano gli indimenticabili protagonisti di queste esistenze al limite: bambini, ragazzini poco più che undicenni che rubano, partecipano a risse, si scontrano quotidianamente con la polizia…e poi assassini a piede libero, spacciatori incalliti e vuoti involucri di giovani anime condannati a morte senza aver conosciuto alternative di vita possibili.
Personaggi esistiti e storie realmente accadute a Rio de Janeiro, che fanno di "City of God" la crudele e commovente testimonianza di un’umanità sommersa e sconosciuta.
Un film che racconta le favelas più povere e più distanti dal Brasile "vivibile", senza alcuna distanza moralistica o politicamente corretta, con la nitidezza di un documentario e la capacità di coinvolgimento del racconto cinematografico corale a struttura narrativa forte.
Il risultato è un film enorme e "incompleto", che emoziona, "parla", ma sempre legato alla sensazione dell’attimo, cercato attraverso i meccanismi e i macchinari filmici.
Questo è il grande potere del cinema, così come, nell’istantanea di una fotografia, il giovane Buscapè (silenzioso e coraggioso testimone) trova il suo riscatto.
Riuscirà infatti a realizzare il suo sogno di diventare fotografo, e suo malgrado diventerà l'"eccezione", il superstite/modello di un mondo, di un’umanità apparentemente condannata alla violenza senza fine ma che, moralmente fuori dall’ineluttabilità di un destino segnato, soltanto dentro il proprio animo duramente forgiato, è capace di rinascere a nuova vita.
Presentato in concorso al festival di Cannes (2002). |
|
|
Commenti del pubblico |
|
|
|
|
|
News sul film “City of God” |
|
|
|
Figli di "Accattone": cinema e periferie in rassegna all'Alphaville (30 Giugno 2011)
|
|
|
In cantiere: Meirelles gira il biopic "Onassis", Lenny Kravitz torna sul set (25 Maggio 2011)
|
|
|
Ryan Gosling per Fernando Meirelles (25 Gennaio 2008)
|
|
|
Fernando Meirelles dirige "Cecità" (13 Settembre 2006)
|
|
|
|
Ultime Schede |
|
|
|
|