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Due donne vivono insieme, alla periferia di Firenze. Gemma è un’anziana da poco rimasta vedova. Angela, la badante, è una giovane rumena da pochissimo in Italia. Entrambe sole, si cercano inconsapevolmente, e, giorno dopo giorno, si schiudono l’una all’altra; Gemma rivede nella vicenda di Angela la sua gioventù nell’Italia del dopoguerra e rivive, attraverso la determinazione della ragazza a mettere da parte i soldi per avere un bambino, la sua vita fatta di sacrifici per far studiare il figlio Enrico. Angela e Gemma, inizialmente così diverse, si scoprono simili e si legano in un rapporto apparentemente idilliaco. Finché non irrompe, violento, un tragico imprevisto... |
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“Mar Nero” è la delicata storia di un incontro. Quello fra due donne, Gemma, fiorentina verace indurita dal tempo e dalla vita, ed Angela, giovane creatura che cerca di costruire un futuro al figlio che ancora non ha, ma anche quello fra le due realtà che queste rappresentano, la vecchia Italia dalla fronte corrugata e la contraddittoria Romania che sogna l’Occidente (il film si colloca temporalmente poco prima del suo ingresso in Europa).
Seppur provenienti da punti distanti, Gemma ed Angela, entrambe sole e diffidenti, si troveranno a parlare un linguaggio comune, quello delle emozioni, scoprendosi amiche ed aiutandosi reciprocamente.
Lasciando solo sullo sfondo l’aspetto politico e sociale che inevitabilmente è legato alla storia (la questione dell’immigrazione rumena in Italia ma anche le difficoltà della terza età), l’opera prima del regista fiorentino non cerca di analizzare o denunciare, il film è un intimo racconto di vita che nasce dall’esperienza personale di Bondi (Gemma è sua nonna ed Angela la badante che l’assisteva).
Da queste premesse, e con l’apporto della maestria di Ugo Chiti nella fase di scrittura, la coproduzione italo-rumena porta sullo schermo attraverso un linguaggio di immagini per tutti noi familiari una storia semplice ma, forse proprio per questo, carica di significati.
La scelta delle protagoniste principali, tra cui s'instaura un rapporto che va oltre la scena riflettendosi nella riuscita del film, non è casuale ma necessaria. Da un lato la grande Ilaria Occhini che torna oggi sullo schermo mostrandosi con naturalezza nella realtà della vecchiaia, dall’altro Dorotheea Petre, stella nascente della cinematografia rumena che muove i primi passi in Italia così come il suo personaggio e parla con gli occhi ed il sorriso superando le difficoltà linguistiche.
Un bel prodotto nel panorama attuale del cinema italiano ed un buon inizio per Federico Bondi, speriamo che si continui a dare l’opportunità ai giovani di girare film fuori dal coro come questo.
Ultima nota da segnalare è l’eventualità di una trasposizione teatrale della sceneggiatura ad opera dello stesso Chiti. |
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Commenti del pubblico |
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Aumentano le sale per "Mar Nero" (23 Febbraio 2009)
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