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L'ispettore Jacques Clouseau ha un difficile caso da risolvere. Deve scovare l'assassino di un famoso allenatore di calcio e scoprire chi ha rubato il famigerato diamante conosciuto come la Pantera Rosa. |
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Ritorna nelle sale un classico della comicità del grande schermo. Nel 1980 con la scomparsa del folle Peter Sellers finiva anche l’ispettore Clouseau e con lui il futuro del felino rosa. Sellers era riuscito con la sua mastodontica presenza sullo schermo a creare un personaggio unico e assolutamente inimitabile. Eppure ripetutamente negli anni la storia è stata portata avanti. Ci provò fra gli altri anche Benigni nel ’93, scoprendosi figlio del mitico ispettore. Oggi ecco un nuovo tentativo di continuare a raccontare le vicende di Clouseau, ancora una volta alle prese con il mitico diamante del primo capitolo, il famoso gioiello chiamato “Pantera Rosa”.
La trama è la solita: un omicidio e il furto del prezioso gioiello, caso affidato all’imbranato ispettore e al suo degno collaboratore. L’espediente utilizzato questa volta per riallacciare i fili della narrazione interrotta è fingere di raccontare l’antefatto, portare l’orologio della storia a prima del suo inizio avvenuto nel lontano 1963. Come tutti i tentativi di questo tipo risulta difficile far combaciare perfettamente i pezzi, ed infatti le dissonanze ci sono e anche evidenti, una fra tutte la natura stessa del gioiello: qui anello dell’allenatore della nazionale di calcio francese mentre lì di proprietà di una principessa orientale.
Per il nuovo film si cala nei panni dell’ispettore (ma non nel mitico impermeabile!) Steve Martin, forse l’unico attore che potesse tentare oggi di emulare il predecessore nella sua comicità fisica dagli echi chapliniani. Grazie alle sue doti indiscutibili e alla sua mimica esilarante Martin riesce a dare un tocco personale che fa sicuramente la differenza.
In definitiva la nuova Pantera Rosa, di livello inferiore rispetto ai primi film passando dal crudele umorismo inglese di Sellers ad una più semplice commedia americana piacevole e divertente, risulta un film che si lascia guardare e che non pretende affatto di aggiungere o rivoluzionare nulla. Rispettata la tradizione dei mitici titoli di testa.
La domanda che nasce spontanea davanti all’ennesimo remake è: se risultano solo copie patinate delle prime edizioni se non flop colossali, conviene davvero farli? |
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