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Dopo aver scoperto che la sua bella moglie ha una relazione con un altro uomo, Thomas Crawford premedita una vendetta. Nulla è casuale sulla scena del delitto: ricostruire con precisione come sono andate le cose non sarà semplice e l’astuto assassino riuscirà a riguadagnare la sua libertà. Quanto passerà prima che il valente avvocato Willy Beachum riuscirà a ricostruire tutti i tasselli del crimine? |
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Willy Beachum è un avvocato spavaldo e sicuro di sé che, contrariamente a quanto si direbbe dalla giovane età, non ha mai perso una causa in tutta la sua carriera. Il sapore della prima sconfitta però è vicino quando incontra il caso Thomas Crawford, e una strana amarezza renderà tutto più difficile da affrontare, proprio a due passi da quella che potrebbe essere l’occasione più appetitosa per la sua carriera. I risvolti del delitto non saranno facili da risolvere davanti alla testimonianza di un uomo che con tale fredda schiettezza – e in questo Hopkins è un grande interprete - afferma di aver sparato alla giovane moglie.
Discorsi ben studiati dalle penne attente di Glenn Gers e Daniel Pyne, già sceneggiatore di The Manchurian Candidate, che si perdono tra scenografie luccicanti e raggi di luci giusti sempre al momento giusto, troppo perfetti da riuscire, anche in una sola inquadratura, a risultare casuali e una regia fin troppo attenta ai particolari. Una pellicola, quella di Hoblit, che vuol rivelare – dietro una trama dal finale prevedibile – un thriller che, sebbene stira i colpi di scena e gioca troppo a carte scoperte, si lascia guardare senza fatica. Un tentativo algido, discretamente concentrato sullo studio della caratterizzazione dei suoi interpreti, che riflette sui comportamenti di ogni singolo individuo di fronte al proprio ego, alle ambizioni e al pericoloso controllo degli altri sulla propria vita per insegnare che anche di fronte alle sconfitte bisogna trovare il coraggio di rialzare la testa. E naturalmente a condire il tutto non può mancare una buona colonna sonora armonizzata con i movimenti di una macchina da presa che si concentra a seguire un Anthony Hopkins che ricorda l’Hannibal Lecter de Il silenzio degli innocenti, ma non trasmette un brivido di tensione. |
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Commenti del pubblico |
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Ultimi commenti e voti |
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6,5
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il film non ha molto di speciale... ma l' interpretazione di Hopkins rende il film piacevole
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7
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Il film è tutto incentrato sul rapporto fra i due protagonisti, l’avvocato accusatore e l’imputato del processo che si fronteggiano rispettivamente molto sicuri di sé e del proprio operato. La trama è avvincente, la sceneggiatura elegante, con quel tanto di inquietante che non guasta, le interpretazioni magnetiche, tanto che soprattutto su queste si basa la potenza del film. Sono rimasta incollata allo schermo dall’inizio fino al termine della visione.
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6,5
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6
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Film salvato da Hopkins.
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7
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Mettendo da parte la mia parzialissima posizione a favore sempre e comunque di Hopkins, ritengo che il film sia elegantemente costruito, a me personalmente il finale ha colto di sorpresa, avrei voluto finisse in maniera totalmente inversa. La spavalderia dell' avvocato è ben bilanciata con la controparte di un sagacissimo Hopkins che consiglia al legale di mettersi in ordine il papillon proprio mentre lui sta conducendo le sue accuse in aula. Nulla di imperdibile, ma una buona pellicola.
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Un elegante thriller a sfondo legale con due protagonisti in forma.
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