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1860. La città di Pietroburgo viene sconvolta da un attentato in cui muore un componente della famiglia imperiale. Pochi giorni dopo lo scrittore Fedor Dostoevskij conosce casualmente Gusiev, un giovane ricoverato in un ospedale psichiatrico che, in evidente stato confusionale, gli rivela di far parte di un gruppo terroristico che sta organizzando un piano per eliminare un altro compenente della famiglia imperiale. A sua volta, anche lo scrittore attraversa un periodo terribile, è inseguito dai creditori, pressato dal suo editore per la consegna di un nuovo libro, ed è anche preda di attacchi di epilessia. Quando si ritrova tra le mani delle informazioni sul capo dei terroristi, Aleksandra, capisce che deve fare di tutto trovarla e, mentre di giorno detta alla giovane Anna il suo nuovo libro, "Il giocatore", di notte cerca senza sosta Aleksandra per convincerla a fermarsi prima che sia troppo tardi. Ma, senza accorgersene, il suo libro acquista toni rivoluzionari... |
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Cinema d’autore: a partire dalla storia, dalla realtà sociale, dalla cronaca. Il predicatore (l'azzardo cinematografico) elimina ogni visibile traccia del suo passato (perseguitato) assumendo l'identità di una visione corale; quella di una 'responsabilità collettiva', di una cultura, di un potere civile e religioso, di una mentalità 'radicale' che concorre all'esecuzione di un rito secolare ed immutabile attraversato dal cinema: da parte di un documento vicino a tutti i sussulti ideologici del secolo, al popolo che è alla base della 'piramide' piuttosto che all'individuo nella propria solitudine. Quello di Giuliano Montaldo è il testimone di ogni spirito rivoluzionario, del tutto intenzionato, in questo film, a consegnare ai posteri il proprio testamento espressivo: le immagini, i suoni, le musiche concorrono ad una stilizzazione preziosissima, ad una ricerca del bello e dell'emblematico, ma non necessariamente del formalismo gratuito.
Finzione sullo schermo, e realtà in platea: con l'atmosfera di quella che chiamavamo 'aggregazione'. "I demoni di San Pietroburgo" risulta così essere un film che, anche nei suoi difetti è pregno di un fascino apprezzabile: quello di uno sguardo registico ancora capace di attardarsi sulle cose, sugli oggetti di una stanza, il panorama da una finestra, la passione e la riflessione di un personaggio. In poche parole, su quell'ambiente che, da sempre significa la riuscita di ogni iniziativa cinematografica. |
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News sul film “I demoni di San Pietroburgo ” |
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