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"La portata, la insensibilità, la depravazione dei suoi crimini sono quasi insondabili" questo il giudizio espresso nel 2013 da un giudice distrettuale su James Whitey Bulger, il personaggio reale di cui Johnny Deep prende le sembianze in questo poco utile Black Mass. Eh si perché con tutta la buona volontà e il grandissimo mestiere l'ottima prova della star americana non riesce per nulla a rendere l'idea di uno dei criminali più ricercati d'america, secondo, in un certo momento, solo a Bin Laden. La colpa è sicuramente della sceneggiatura fiacca, dimessa, dei personaggi secondari non all'altezza eppure a lunghi tratti assurti al ruolo dei protagonisti. Insomma Scott Cooper, già autore di film di tutt'altro livello, stecca la prova non apportando nulla ad un genere peraltro nobilissimo e sprecando il talento cristallino di un attore come Deep, figlio della scuola De Niro - Brando, che meriterebbe tutt'altri palcoscenici.
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