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Visto per la seconda volta, ancora più bello: repentino cambio di vita, di realtà, di pensiero, capovolgimento di ruoli, di sentimenti. Uomini "buoni" e uomini"cattivi" sorprendentemente capaci di stupirci nella loro cangiante "rivoluzione" personale.. .
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Monzon costruisce con astuzia e sfacciataggine un ingranaggio perverso, kafkiano a volte forse anche fantozziano, in cui la vittima si trasforma in carnefice, inchiodando lo spettatore all'ineluttabilità di una tragedia greca. Le immagini e la recitazione dei protagonisti fanno il resto.
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