Il film, tratto dall'omonimo libro che non spicca certo per originalità, è un prodotto molto interessante. Tralasciando gli intrecci della trama che qualcuno giustamente potrebbe definire poco plausibili (ma non più di tanto...la realtà talvolta sa essere ancora più sorprendente), ciò che fa funzionare il film e tutte le sue dinamiche è il tema più caro al regista, la psicologia dei personaggi, questa si molto plausibile, esemplare è il rapporto conflittuale che la protagonista ha con la sua proiezione letteraria "Mitica Emy" aspetto che merita più di una analisi essendo il probabile germe della sua lucida, lucidissima, follia. Il finale, dal gusto satirico-grottesco, in linea con i precedenti lavori del regista, potrà disturbare i più...e far piacere altri. Regia e musiche funzionali senza mai eccedere in inutili virtuosismi.

Una commedia di genere che da per una buona parte del film, la migliore, l'idea di atipicità, dunque di originalità. Una film dalla doppia anima comunque, una classica con gli stilemi delle commedie di genere che da la struttura al film, ed una che ha dell'originale: personalità dei singoli personaggi a cui ha contribuito l'esaltazione degli interpreti (principali e secondari), ed il loro intrecciarsi di situazioni (anche ambigue), in un formato standard, come già detto che però trattiene e non fa decollare quello che è comunque un buonissimo, american entertainment!!!

Squisitamente furbo, ecco cos'è the Artist. Nel senso positivo del termine, si intende. Il film, sicuramente inteso come una piccola operazione di richiamo al nostalgico è però giunto ad avere (meritatamente) più successo di quanto ci si fosse mai aspettati. La trama che non spicca sicuramente per originalità non è, però, qui un difetto, ma un pregio: permette al regista di sorprendere lo spettatore con trovate geniali che sono il vero pezzo forte del film, che lo rendono pieno di vita, di emozioni e mai pesante, dunque riuscitissimo per i suoi intenti. Gli interpreti superlativi, sembrano essere stati strappati da una hollywood che non esiste più e che mai come prima se ne inizia a sentire la mancanza. Non sara un capolavoro, ma un omaggio, si ricercato, ma sentito che resterà impresso nella visione di cinefili e non.

Un film epocale. Fatto per la memoria e per restare nella memoria, anche e sopratutto per lo spettatore occasionale(senza alcuna intenzione di sminuire nessuno). Spielberg raggiunge qui, tecnicamente, vette altissime e raramente vedutesi. Detto ciò si potrebbe parlare di capolavoro... forse lo è. Ma addentrandoci in un discorso più critico e perché no soggettivo, il film è ahimè intriso di "retorica hollywoodiana", nel bene e nel male, tesa troppo a raggiungere i voleri dello spettatore per intrattenimento, proprio per i motivi suddetti ed irritando, forse, in alcuni momenti quello più esperto: la scena della partenza di Schindler è sintomatico di ciò, va quasi a rovinare il ritratto monumentale fatto, del protagonista. Comunque il capolavoro non è un film perfetto, ma uno che ha più motivi per essere visto. Questo ne ha molti. Tralasciando tale definizione, la mia è: indimenticabile!

Regia affascinate, cruda, spietata...la Bigelow "autrice" che nobilita il mestiere, fa piacere il fatto che sia una donna e ancora di più, fa piacere che non si sia fatta portatrice di facili e stereotipate emotività che il Cinema di massa vuole affibbiare a tal sesso...anche se il suo è ancora un caso appartato. Dunque esemplare. Ha uno stile inconfondibile, oggettivo!!! Unica pecca (riscontrabile anche nei film precedenti) la riuscita di alcuni personaggi (soprattutto secondari) un po troppo di contorno. Fiducioso però che vi siano miglioramenti.

Il film frizzante (a tratti anche divertente) nella prima parte, poteva cercare di fare o far fare allo spettatore un passo avanti su quella che era la complessità del personaggio protagonista (Whashington, bravino, ma non esageratamente),invece finisce pieno di retorica facendo perdere forza anche a ciò che in precedenza si era visto. 6 ma credo di essere stato fin troppo generoso

Tutto d'un fiato! Incredibile come Scorsese riesca a far parlare le immagini dei suoi film: ansia, azione, drammaticità, un pizzico di amore, tante emozioni. Forse lo Scorsese più cupo, non esiste più l'ironia dei capolavori precedenti. Molti hanno etichettato il film come "il miglior Scorsese degli ultimi anni". Io lo vedo come uno dei migliori in generale. E' si un remake, ma avendo visto il buon film hongkonghese, il cui soggetto geniale è stato però ripreso dal regista newyorkese che lo ha elevato ad opera magistrale. Funziona tutto, aspetti tecnici, attori, sceneggiatura, anche la nuova ambientazione che il regista sceglie Boston. Il soggetto non è originale, questo spiega il 9,5/10. Ovviamente è solo una precisazione.

Premessa: non amo particolarmente Spielberg. Vado al cinema forse un po prevenuto, consolato dalla presenza di Day-Lewis. Ne esco particolarmente sorpreso, il film squilibrato, mostra a tratti grandi momenti di cinema, indissolubilmente legato al suo attore protagonista a cui Spielberg da ampio spazio. La sceneggiatura, ottima tecnicamente, mi lascia dei dubbi, ma qsto non riguarda il cinema.

Un film di Tarantino! Difficile da giudicare oggettivamente. Mi ha fatto piacere vederlo, non è il suo migliore, io credo, ma ripeto è Tarantino, dunque il giudizio può solo essere soggettivo....vale ovviamente la pena vederlo.

Ci sono tutti gli elementi del cinema di Anderson: eccellente regia, grandi recitazioni e anche se vedo contrasti, a riguardo, un perfetto lavoro di SCENEGGIATURA. Il film poteva forse durare meno con lo stesso risultato, forse, ma perché privarci della grande introspezione che Anderson fa, riuscendo benissimo, come sempre nei suoi film...Comunque sia io mi sbilancio, la mia valutazione è alta, poche sono le regie che ti sconvolgono come questa. Il film va, credo, inserito tra quelli che debbano avere almeno una seconda visione.