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Si può parlare di sapore di un film? Se al cinema il canale sensoriale solleticato in partenza è quello audiovisivo, certe pellicole riescono in modo sorprendente ad andare al di là dei loro limiti, e trasmettere agli spettatori un senso più "difficile" com'è quello del gusto.
Attraverso l'analisi di film come “Mangiare bere uomo donna”,“ Ratatouille” o“ Pranzo di ferragosto”, Lorenzo Bianciardi indaga la capacità del cinema di spingersi oltre la pura rappresentazione del cibo, per scoprire i confini segreti dei sapori: un terreno a metà tra il semiotico e il fisiologico, che esprime in sé una passione per la differenza. Il gusto che è palato, inscindibile dalla componente fisica, ma anche piacere, con la sua dimensione passionale, e infine conoscenza, per il legame già etimologico del sapore al sapere.
Nel cercare il gusto dentro le immagini, questo libro finisce così per toccare anche l'essenza stessa del cinema: un mezzo che è rappresentazione e insieme evocazione, descrive la realtà ma è anche capace di andare dritto al cuore delle emozioni. E perché no, delle sensazioni...
Prefazione di Tarcisio Lancioni, postfazione di Giorgio Grignaffini. |
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